Semi di canapa: proprieta’, usi e dove trovarli

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semi di canapa cover

I semi di canapa rappresentano un alimento naturale selezionato a partire da speciali sementi autorizzate di Canapa Sativa alimentare. I semi di canapa sono rinomati soprattutto per via del loro particolare valore nutrizionale.

Essi sono infatti considerati un alimento completo dal punto di vista del contenuto di aminoacidi e benefico per il loro apporto di vitamine e di minerali all’interno dell’alimentazione umana.

Proprieta’ dei semi di canapa

I semi di canapa sono composti per un quarto da elementi proteici, in una combinazione unica rispetto a gran parte degli alimenti vegetali. Essi contengono infatti tutti gli aminoacidi essenziali per la sintesi delle proteine. Gli aminoacidi rappresentano gli elementi a partire dai quali il nostro organismo è in grado di produrre le proteine necessarie al proprio funzionamento. Per questo motivo, i semi di canapa sono considerati come un alimento completo dal punto di vista proteico. Gli 8 aminoacidi essenziali che essi contengono sono: leucina, isoleucina, fenilalanina, lisina, metionina, treonina, triptofano e valina.

Essi contribuiscono al rafforzamento del sistema immunitario del corpo umano e la loro frazione lipidica contiene circa per il 75% acidi grassi polinsaturi essenziali, come l’acido llinolenico, linoleico e alfalinoleico. Si tratta di acidi grassi polinsaturi considerati essenziali per il funzionamento dei muscoli, dei recettori nervosi e di numerose ghiandole presenti nel nostro organismo. Nei semi di canapa, gli acidi grassi omega3 ed omega6 sono presenti secondo un rapporto proporzionale ritenuto ottimale e utile per la regolazione delle attività metaboliche dell’organismo.

Non è da sottovalutare il contenuto vitaminico dei semi di canapa, che vede, in particolare, la presenza di vitamina E, adatta a svolgere una importante azione antiossidante, oltre che di sali minerali, come potassio, magnesio e calcio. I semi di canapa sono considerati come un alimento adatto alla prevenzione di colesterolo alto, asma, sinusite, artrosi, tracheite e malattie legate all’apparato cardiocircolatorio, per via del loro particolare contenuto nutrizionale. Sono inoltre considerati come un alimento adatto a proteggere ghiandole, muscoli e sistema nervoso.

Come usare i semi di canapa

semi di canapa

I semi di canapa possono essere consumati crudi e considerati come una sorta di integratore alimentare di origine completamente naturale. Il loro utilizzo più semplice ne prevede l’aggiunta come condimento o ingrediente vero e proprio a piatti come insalate, macedonie e muesli per la colazione o la merenda. Possono essere inoltre utilizzati nella decorazione dei dessert, nella preparazione del pane, dei grissini o di altre pietanze calde, tenendo conto però che il loro valore nutrizionale viene mantenuto intatto soltanto quando essi sono crudi. A crudo possono inoltre essere utilizzati come ingrediente aggiuntivo nella preparazione dei frullati.

Vi sono ulteriori impieghi che riguardano i semi di canapa. Essi vengono infatti macinati finemente per ottenere la relativa farina, vengono utilizzati nella preparazione di latte di semi di canapa, ma anche del tofu di canapa, una variante del tofu classico, a base di fagioli di soia gialla, oltre che di seitan ai semi di canapa.

I semi di canapa vengono inoltre utilizzati nella preparazione dell’olio di canapa. Si tratta di una tipologia di olio da utilizzare a crudo nel condimento delle pietanze. L’olio di semi di canapa mantiene le proprietà dei semi stessi, risultando altrettanto ricco di acidi grassi essenziali. L’olio di semi di canapa viene spremuto a freddo affinché le sue proprietà non vadano perdute. Esso viene utilizzato in ambito alimentare e risulta molto gradevole grazie al suo sapore di nocciola, proprio dei semi di canapa stessi, ma può essere impiegato anche in ambito cosmetico, per il nutrimento della pelle e per effettuare dei massaggi.

Dove trovare i semi di canapa

E’ possibile reperire in commercio semi di canapa di origine biologica sia integrali che decorticati. I semi di canapa possono essere acquistati nelle erboristerie, nei negozi di prodotti biologici e di alimentazione naturale, oppure online. I semi di canapa in vendita in Italia sono selezionati da specie di Canapa Sativa adatte all’alimentazione umana. Attraverso i medesimi canali di vendita, è possibile reperire in commercio dell’olio di semi di canapa biologico e spremuto a freddo. E’ inoltre possibile trovare in vendita del tofu di canapa, con il nome di Hemp-Fu, oltre che una bevanda a base di semi di canapa, chiamata Hemp Drink.

Sia i semi di canapa che l’olio di canapa dovrebbero essere conservati in frigorifero per preservarne le proprietà nutritive e per evitarne l’irrancidimento.

Ortica: i mille benefici e come utilizzarla al meglio

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L’ortica (Urtica dioica) è una pianta erbacea diffusa sia in oriente che in occidente, nota per il potere irritante dei peli che ne ricoprono le foglie e i fusti. Meno conosciute sono però le sue proprietà benefiche e curative, che la rendono un’efficace pianta medicinale, particolarmente utilizzata in erboristeria. Non bisogna inoltre dimenticare che l’ortica può essere utilizzata in cucina nella preparazione di gustose pietanze.

L’ortica può essere facilmente raccolta utilizzando un paio di guanti, per evitare irritazioni. La sua presenza può essere individuata lungo sentieri di montagna o di campagna. Per usi curativi ed alimentari è bene raccogliere l’ortica in zone collocate lontane dal traffico cittadino. Una volta cotte o essiccate, le foglie di ortica perdono la loro caratteristica irritante e risultano così completamente innocue al tatto.

L’ortica è particolarmente ricca di potassio, fosforo, ferro, vitamina A, vitamina C, calcio e potassio. I suoi impieghi curativi e culinari erano già noti in Grecia fin dall’antichità, quando, per tradizione, l’ortica doveva essere raccolta prima del sopraggiungere della primavera. Le foglie di ortica contengono buone quantità di rame e di zinco, che rendono il suo consumo indicato a coloro che desiderano rinforzare unghie e capelli.

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La sua ricchezza di oligoelementi la rende una pianta dalla proprietà rimineralizzanti, adatta ad essere consumata da parte di coloro che soffrono di artrite e di malattie di tipo reumatico.

E’ considerata come un vero e proprio toccasana per le donne che vanno incontro alla menopausa e ad una conseguente riduzione della massa ossea, dovuta a perdita di calcio. L’ortica ne è infatti una tra le possibili fonti vegetali, oltre a semi di sesamo, mandorle e broccoli.

Il consumo di ortica è inoltre utile a tutti coloro che soffrono di anemia o carenza di ferro, con particolare riferimento alle donne in età fertile. All’ortica sono attribuite proprietà emostatiche e antidiabetiche. L’assunzione di ortica viene consigliata per favorire la regolarità intestinale ed in caso di episodi di dissenteria.

Chi non ha la fortuna di poter raccogliere ed essiccare dell’ortica da utilizzare al momento del bisogno, potrà trovare in vendita in erboristeria sia foglie che radici già essiccate, da impiegare, ad esempio, per la preparazione di tisane e di decotti. Esistono inoltre preparazioni fitoterapiche sotto forma di capsule o di tinture, da acquistare dietro consiglio del medico o dell’erborista a seconda delle proprie necessità.

Una tintura casalinga a base di ortica, utile con l’arrivo dell’autunno, può essere preparata lasciando a macerare 10 grammi di foglie essiccate in 100 grammi di alcol per liquori, con l’aggiunta di 30 millilitri d’acqua. E’ necessario utilizzare un flacone o una bottiglia di vetro scuro, da lasciare riposare al buio per dieci giorni. In seguito la tintura potrà essere utilizzata nella quantità di poche gocce per effettuare un massaggio del cuoio capelluto, al fine di rinforzare i capelli e di provare a prevenirne la caduta stagionale.

Le sommità floreali essiccate di ortica possono essere utilizzate per la preparazione di un infuso utile per coloro che soffrono di carenza di ferro, a cui nello stesso tempo è possibile consigliare un aumento del consumo di spinaci e di legumi, accompagnati da fonti di vitamina C, come carote, kiwi, agrumi e spremute d’arancia. Per la preparazione dell’infuso è sufficiente lasciare riposare un cucchiaino di fiori essiccati di ortica in un bicchiere contenente 250 ml di acqua bollente. L’infuso dovrà essere filtrato e lasciato intiepidire prima di procedere al consumo.

ortica tisana

Nelle preparazioni di cucina è sufficiente sbollentare le foglie di ortica per pochi minuti, per poterle in seguito sminuzzare ed utilizzare come ingrediente per la normale preparazione di risotti, minestroni, zuppe, vellutate e torte salate. Le foglie di ortica lasciate intere possono essere impiegate per la preparazione di piccoli involtini, da riempire, ad esempio, con dell’orzo lessato. Insieme a patate lessate schiacciate e erbe aromatiche, le foglie d’ortica tritate possono costituire il ripieno per degli ottimi ravioli caserecci.

Usi alternativi dell’ortica

Gli impieghi dell’ortica non si limitano però agli usi culinari e per il benessere. Essa viene infatti utilizzata come materiale di partenza in campo tessile, per la realizzazione di una stoffa intessuta, chiamata ramia o ramiè, simile alla canapa o al lino. Dall’ortica si ottiene una fibra vegetale bianca e sottile, che in Cina veniva utilizzata molto prima della diffusione del cotone.

L’ortica è anche una pianta tintoria, adatta a colorare le stoffe. Le sue foglie tingono di verde, mentre le radici regalano ai tessuti un colore giallo. Piante tintorie come l’ortica possono essere utilizzate per tingere stoffe naturali (non sintetiche) portandole ad ebollizione insieme al tessuto che si desidera colorare e lasciando riposare il tutto per alcune ore, fino ad ottenere la tonalità desiderata. Per fissare il colore, le stoffe potranno in seguito essere immerse in una soluzione composta da quattro parti d’acqua e da una parte di acero bianco.

Marta Albè

40 fiori da mangiare

 

L’uso in cucina dei fiori risale a migliaia di anni fa, dalla civiltà cinese a quella romana alla greca. Molte culture usano queste meraviglie della natura nelle loro ricette tradizionali, pensiamo ai fiori di zucca utilizzati da noi italiani o ai petali di rosa nelle preparazioni indiane.

Aggiungere fiori nei nostri piatti può essere un buon metodo per dare colore, sapore e fantasia. Alcuni sono speziati, altri erbacei, altri fragranti ecc.

Spesso vengono utilizzati in insalate, te, come guarnizione soprattutto di dessert o nei cocktail, ma l’uso creativo non ha limiti. Prima di vedere quali sono i 40 fiori da usare in cucina, alcune raccomandazioni. Perché per quanto possano avere un aspetto amabile, mangiare fiori potrebbe essere… mortale! Niente panico, però bisogna adottare alcune precauzioni nel consumarli in perfetta sicurezza.

Ecco le raccomandazioni: a) mangia fiori che sai essere commestibili, nel dubbio consulta un libro specializzato a riguardo b) mangia fiori che hai coltivato tu stesso. Quelli che provengono dal fiorista sono trattati con agenti chimici e pesticidi, dopotutto sono venduti come ornamento per finire in un vaso non in un piatto c) non utilizzare fiori colti per strada o nei giardini pubblici. Anche questi molto probabilmente sono stati trattati con sostanze per noi tossiche d) mangia solo i petali: rimuovi pistilli e i gambi e) se soffri di allergie, utilizza i fiori in cucina gradualmente.

 

Dall’allium alla viola

 

Allium – Tutti  fiori della famiglia dell’allium (porri, erba cipollina, aglio…) sono edibili e gustosi! Anzi, ogni parte di queste piante è commestibile

http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/aglio.htm

 

 

Aneto – Fiori gialli dal sapore molto simile all’erba.

http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/aneto.htm

 

 

Angelica – A seconda della varietà, i fiori vanno dal lavanda/blu al rosa acceso. Il sapore ricorda la liquirizia

 http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/arcangelica.htm

 

Basilico – I fiori di questa pianta sono disponibili in una varietà di colori, dal bianco al rosa al blu. Il sapore è simile alle foglie, ma più debole

 http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/basilico.htm

Borragine – Di una bella tonalità blu, il fiore sa di cetriolo!

 http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/borragine.htm

Calendula – Da utilizzare in cucina assolutamente. Il gusto è piccante, sapido, pepato. Il colore dorato aggiunge un tocco di lusso a qualsiasi piatto

 http://www.agraria.org/coltivazioniforestali/erbe/erbemedicinali17.htm

Camomilla – Ricorda la margherita. I fiori hanno un sapore dolce e vengono spesso utilizzati negli infusi, che ve lo dico a fare. Ma l’aroma è da sfruttare anche per le vostre ricette

 http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/camomilla.htm

Cerfoglio – I fiori dal gusto delicato con una nota di anice

Il cerfoglio è simile al prezzemolo, ma di dimensioni maggiori, ottimo per accompagnare piatti di pesce, o da utilizzare tritato assieme al formaggio.

 

Cicoria – L’amarognolo della cicoria è più accentuato nei petali e boccioli. Messi in salamoia sono ottimi.

 http://www.agraria.org/coltivazioniforestali/erbe/erbemedicinali09.htm

Citrus (arancio, limone, lime, pompelmo…) – I fiori sono dolci e molto profumati. Da utilizzare con parsimonia o il sapore nel vostro piatto sarà coperto.

 

Coriandolo – Come le foglie, o lo si ama o lo si odia (io lo odio): i fiori ne condividono il sapore erbaceo. Da utilizzare freschi: scaldandoli perdono il loro fascino

http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/coriandolo.htm

 

Crisantemo – Un pò amaro, la varietà di colori è un arcobaleno. Il sapore va dal piccante al pungente

 

Dente di leone o Tarassaco– I boccioli si possono mettere sottaceto. La salsa di fiori di tarassaco (il nome meno comune di dente di leone) è ottima con la pasta

 http://www.agraria.org/coltivazioniforestali/erbe/erbemedicinali10.htm

Finocchio – I fiori gialli sono una delizia per gli occhi con un sottile sapore di liquirizia

http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/aromatiche/finocchioselvatico.htm

Fiordaliso – Erbaceo nel sapore, i petali sono commestibili. Da evitare il gambo amaro

 

Fiori di zucca – Gli utilizzi nella cucina italiana sono innumerevoli. Rimuovere sempre gli stami

 

Fuchsia – Da guarnizione, niente più

 

Garofano – I petali sono dolci e aroma profumato

 

Gelsomino – Questi fiori superfragranti vengono utilizzati nel te, ma si possono usare anche nei dolci

 

Girasole – I petali sono commestibili e il germoglio può essere cotto a vapore, come il carciofo

 

Gladiolo – Anche se il sapore è debole, possono essere farciti, o i loro petali per ingentilire un’insalata

 

Ibisco – Notoriamente utilizzato nel te, il sapore è vivace. In una crostata di mirtilli può essere il tocco in più (da usare con parsimonia)

 

Impatiens – Graziose piante da appartamento per l’abbondanza di fiori. In cucina limitiamoci ad utilizzarne i petali come decorazione

 

Issopo anice – Sia il fiore che le foglie hanno un sottile gusto di anice o liquirizia

 

Lavanda – Dolce, speziato e profumato, un tocco in più in piatti salati e dolci. A Marsiglia fanno un biscotto tipico all’aroma di lavanda, le “navette”

 

Lilla – Odore pungente, ma l’aroma agrumato è da sfruttare

 

Malvarosa – I fiori sono appariscenti per una decorazione giocosa. Il sapore… niente di che

 

Margherita – A sapore, i petali non sono il massimo, ma l’aspetto è fantastico!

 

Menta – Sorpresa! I fiori sanno di menta…

 

Monarda – I suoi fiori rossi hanno il sapore di menta

 

Nasturzio – Uno dei fiori commestibili più popolari. Brillantemente colorato con sapore dolce con una punta di peperoncino. Potete farcire i fiori, aggiungere nelle insalate ecc.

 

Ravanello – Di diversi colori, i fiori hanno un distinto sapore pepato

 

Rosa – I petali hanno un sapore profumato ideale in bevande, dolci e marmellate. Il sapore è più pronunciato nelle varietà più scure

 

Rosmarino – I fiori sono di un sapore più moderato rispetto alla pianta; utilizzatelo per guarnire piatti

 

Rucola – I suoi fiori sono piccoli e neri al centro, con un sapore pepato molto più accentuato delle foglie comunemente utilizzate

 

Salvia – Sapore simile a quello delle foglie, ma più delicato

 

Trifoglio – Qualora non troviate un quadrifoglio da tenere nel portafogli, usate i fiori del trifoglio per la loro dolcezza con note di liquirizia

 

Verbena odorosa –I fiori bianchi hanno sentore di limone. Ottimo il te e nei dolci

 

Viola – Adorabile e deliziosa, ha un sapore delicato di menta. Ideale per insalate, pasta, piatti a base di frutta e bibite

 

Ci fermiamo a 40, ma potrebbero essere molti di più. Hai dei suggerimenti? Scrivilo a commento qui sotto!

 

Luca Bernardini – l.bernardini@slowfood.it

Fonte: http://www.slowfood.it/sloweb/af92fead076c0c4d1d0081be6a687259/sloweb

Le sponde dei Bancali

I bancali presentano due superfici coltivabili dalle caratteristiche molto diverse:
la superficie centrale in piano, dalla profondità ottimale, e le sponde di un’altezza variabile tra i 15 ed i 50 cm (oltre lo spazio centrale diverrebbe troppo esiguo). L’altezza che da risultati migliori di gestione, sia della parte centrale sia delle sponde, e di 30 cm che vuol dire ottenere sponde di circa 40-45 cm di larghezza.
Per la gestione delle sponde si deve tenere in considerazione l’orientamento delle stesse rispetto al sole. Cosa relativamente importante per le superfici centrali in quanto riceverà luce in maniera sufficientemente uniforme salvo che l’orto non sia in una posizione in pendenza.
Se il terreno è in piano, potete montare i bancali con una struttura rettangolare Est-Ovest e, conseguentemente, avere le sponde orientate nord-sud ottenendo microclimi molto diversi per ciascuna sponda. Questo sarà uno dei fattori determinanti per la scelta delle coltivazioni che andrete a fare sulle sponde stesse. In alternativa potrete disporre i bancali con un orientamento Nord-Sud in modo da ottenere sulle sponde ad est il sole del mattino e su quelle ovest il sole del pomeriggio, in questo modo l’irraggiamento sarà circa uniforme.
D’altro canto, se i bancali seguono forme circolari, si otterranno sponde esposte a tutti e quattro i punti cardinali. In questo caso si dovrà identificare bene l’orientamento di ogni segmento delle sponde.
Le sponde vengono utilizzate come superficie per le coltivazioni di “supporto” alla produzione principale che viene fatta sulla parte centrale del bancale. L’insieme delle coltivazioni sulle sponde ha di per sé una notevole importanza, ed in alcuni casi la produzione delle stesse può essere tale da non dover richiedere l’utilizzo delle parti centrali.
Le piante più indicate per la coltivazione sulle sponde sono quelle a portamento eretto appartenenti alla famiglia delle liliacee, come i porri, le cipolle, l’aglio. Le piante appartenenti a questa famiglia contengono sostanze fungicide, antibatteriche ed insettifughe in grado di proteggere le altre coltivazioni. Mescolatele a piante dallo sviluppo rapido come cicorie e lattughe di cui lascerete poi le radici nel terreno dopo la raccolta, disponendole sempre a quinconce. Qua e là potrete sparpagliare delle lenticchie.
Sul crinale di passaggio tra le sponde e le superfici centrali, seminare una linea di fagiolini o di piselli rampicanti, in base alla stagione, in modo che le radici delle leguminose possano estendersi nella rizosfera delle sponde. Se dovessero comparire piante spontanee appartenenti alla famiglia delle leguminose non eliminarle [n.d.t. mai asportare l’apparato radicale delle erbacce a meno che non siano fittonanti come la gramigna, decomponendosi forniranno humus al terreno e comunque ospitano una varietà di batteri e funghi fondamentale per la fertilità del suolo](a meno che non diventino veramente infestanti).
Le sponde vanno sempre tenute coperte da pacciamatura.

Orientamento piante adatte alle sponde:
Aglio – Sud, est, ovest
Cipolle – Sud, est, ovest
Porri – Nord, esst
Cipolla invernale – tutte
Cipollotto – tutte
Scalogno – tutte
Lattughe – tutte
Cicoria/scarola – tutte
Lenticchie/ceci – tutte

1- Dagli appunti di Emilia Hazelip – I bancali

Per montare i bancali si deve:

1. Innanzitutto si dovrà preparare il suolo attraverso un’ultima lavorazione, se necessario, e smuovere il terreno senza rivoltarlo. Questo lavoro iniziale potrà essere fatto sia a mano sia a macchina. [n.d.t. Io ho saltato questa parte considerando che sulle dimensioni di un orto per uso personale sarebbe stato sufficiente una leggerissima lavorazione con il forcone da sovescio… fatevi un favore: buttate la vanga!]

2. In caso di suoli molto compattati o che presentino un substrato profondo di compattamento conviene passare prima lavorare il terreno con un aeratore. La profondità di lavorazione sarà determinata dalla linea di accumulo dei sali formatasi conseguentemente alle pesanti lavorazioni agricole che il terreno può aver subito. Per identificare la linea di accumulo scavate un buco profondo 50 cm, il punto in cui il terreno cambia colore è il piano di compattamento e di accumulo dei sali. Non si dovrà lavorare il terreno sino a quella profondità, ma semplicemente scalfirne il piano. Questo lavoro si può fare sia meccanicamente con un aeratore sia a mano con la grelinette o un forcone da sovescio. [n.d.t. ovviamente Emilia si riferisce contemporaneamente alle lavorazioni per coltivazioni in pieno campo che per l’orto domestico. Da sottolineare l’importanza di non sminuzzare la terra in maniera eccessiva in quanto gli aggregati, anche di medie dimensioni sono fondamentali sia per i processi biochimici del suolo sia per la ritenzione idrica. La grelinette è stata studiata apposta anche se in Italia non ne ho mai viste…]

3. In terreni invasi da vegetazione spontanea (le “erbacce”) converrebbe eliminarle subito in modo da semplificare il lavoro in seguito. La pulizia potrà essere fatta con l’aiuto di maiali, polli o coprendo il terreno con materiali opachi (vecchi tappeti, teli in pvc, più strati di cartone). Vedere il capitolo specifico.

4. Una volta che tutta la superficie, una sezione dell’orto o del campo da semina siano pronte, tracciare con l’aiuto di uno spago la struttura dei bancali, la cui base sarà di 1.20m di larghezza intercalati da corridoi da 50cm o di più se si tratta di un corridoio centrale. Se l’orto o il campo saranno lavorati con il trattore, la larghezza dei bancali sarà determinata dallo spazio tra le ruote della macchina e la dimensione dei corridoi dalla larghezza delle ruote.

5. Rimuovete lo strato di terreno fertile dai corridoi spostandolo nello spazio dei bancali così da sopraelevarli. In questo modo, più la terra sarà “buona”, e il cuscino humico spesso (?), più sarà la quantità di terra prelevata dai corridoi ed il bancale alto. D’altro canto, più il bancale sarà alto, più la parte superficiale in piano sarà stretta e le sponde “importanti”.

6. Le dimensioni ottimali sono:
• Larghezza (alla base) 1.20m
• Altezza 30-35cm
• Larghezza superficie centrale 60-80cm
• Superfice delle sponde 40-45cm
• Lunghezza non superare i 10m

7. Se il terreno è impoverito, spogliato, come quello dei “giardini”, potete, costruendo i bancali, aggiungere del compost o del letame ben maturo [n.d.t. sarà anche l’ultima volta che lo fate…] mescolandolo molto bene al terreno. Se non disponete delle risorse per modificare rapidamente la composizione del terreno per adattarlo alla coltivazione orticola, potrete attivare il processo di sviluppo del terreno iniziando a coltivare piante adatte a terreni poveri.

8. Una volta che i bancali siano pronti potrete sistemare l’impianto di irrigazione (per le zone in cui sia necessario irrigare). Potrete utilizzare qualsiasi tipo di impianto “goccia a goccia” o semplici tubi in cui farete dei buchi con un chiodo a 30-35cm di distanza uno dall’altro. Quest’ultimo sistema è il più economico ed il meno a rischio di intasamenti. Adattate al sistema un filtro e fatevi consigliare al momento dell’acquisto sul modo migliore per istallare l’impianto: lunghezza del tubo grande per portare l’acqua ai tubicini goccia a goccia, lunghezza dei tubi in rapporto alla dimensione della superficie da irrigare. Per i bancali con una superficie piana di 50-80cm posizionare 2 tubi paralleli rispettivamente a 10cm dal bordo. Per quelli di 1m di larghezza sistemare i tubi a 30cm dal bordo.

9. Ad istallazione avvenuta ricoprite i corridoi, le sponde e le superfici di pacciamatura. I corridoi potranno essere coperti anche di segatura fresca. Questa, dopo un anno, sarà sufficientemente decomposta da poter essere utilizzata come pacciamatura sui bancali. Quale che sia il materiale utilizzato per la pacciamatura dei corridoi si trasformerà velocemente in terriccio che potrà essere utilizzato sulle sponde, soprattutto in quei punti dove si potranno presentare delle buche in seguito alla raccolta di porri, cipolle o aglio. Prelevate solo la parte di terriccio dai corridoi lasciando intatto il suolo sottostante.

Fonte: http://ortodicarta.wordpress.com/2008/07/31/gli-appunti-di-emilia-h-n1/

Alcuni Consigli da esperienza – prima bozza

Ecco quello che la Lore e la Ester ci hanno detto dopo sette anni di orto sinergico…

In generale:

Dimensione appezzamento: per due famiglie loro fanno circa 1.500 – 2000 metri quadri di orto. Noi per quattro famiglie famiglie partiremo con 1500mq circa.

Pacciamatura: il concetto è fondamentale, meglio di tutto la paglia, ma se abitate in collina ricordarsi che il terreno in primavera deve scaldarsi prima che le piante inizino il loro germogliare, quindi pochissima paglia all’inizio e man mano che la stagione si scalda va aggiunta. La paglia permette di ricreare quell’ambiente buio e umido che favorisce la formazione di batteri e funghi indispensabili per la fertilità del terreno.

Sono state fatte altre prove di pacciamatura con nylon nero che però non fa passare l’acqua e crea un ambiente anaerobio e con il tessuto non tessuto nero che aumenta la temperatura del suolo fa passare l’acqua ma non fa partire il meccanismo di fertilizzazione.

La pacciamatura deve coprire interamente il bancale anche ai lati. Essa funge anche da blocco dei semi per le infestanti.

Struttura: i bancali dovrebbero essere di dimensione 120 totale alti 30 cm con 30 cm per lato di pendenza…

La struttura dei bancali dovrebbe essere la più semplice possibile. Cerchi, varianti verticali – orizzontali sono molto belle ma creano problematiche nella pratica sia per l’irrigazione che per la gestione quotidiana.

Il bancale dovrebbe avere dei pali – tondini di ferro che lo percorrono partendo dagli angoli e formando una X. Tale struttura serve per appoggio alle rampicanti o mettendo una rete sulla quale le piante salgono o usando i fili che si appendono ai tondini collegando poi una a una le rampicanti.

Alternativa al metodo dei tondini è usare delle canne di bamboo che incrociate in alto e messe una da una parte e una dall’altra con una canna orizzontale dove si incrociano che collega le coppie permette lo stesso risultato…

Meglio avere uno spazio ampio di passaggio. Lo spazio dovrebbe essere non meno di 50cm.

Bancali lunghi al massimo 7-8 metri.

Per costruire i bancali vanno alzate le zolle preferibilmente solo la parte più alta (la più fertile) 15- 20 cm. Un consiglio potrebbe essere quello di girare le zolle sottosopra cosi come sono lasciano le infestanti sotto. In questo modo si avrebbe maggior contributo di sostanza organica nella terra. Sopra alle zolle rigirate va messa una terra pulita da infestanti e il più possibile sminuzzata.

Irrigazione:

L’irrigazione è un punto critico. Va fatta goccia a goccia. Si possono usare varie tipologie di tubi. Da quelli rigidi a quelli morbidi.

Si deve pensare a predisporre le cisterne o gli invasi a monte dell’orto con un minimo di pendenza. Mettere un tubo orizzontale di diametro maggiore collegando ogni singolo tubetto goccia a goccia con il proprio rubinetto.

Potrebbe essere necessario uno sfiato posizionato all’altezza della cisterna. Non serve abbeverare ogni giorno. 1.000 litri vanno giù in un’ora.

Verificare sempre il bancale se ha ricevuto l’irrigazione.

Rotazione colturale: alcuni ortaggi consumano risorse del terreno più degli altri. Per non depauperare il terreno e tenerlo sempre carico di elementi nutritivi proponiamo le seguenti rotazioni colturali:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Parassiti e funghi:

Limacce, cavolaia, altri bruchi, afidi, topolini…

Per le limacce e le lumache si possono usare varie tipologie di soluzioni: contenitiva usando i metodi tradizionali, piattini di birra, ostacoli verso l’orto tipo cenere tutto attorno che non permette di scivolare, strutture attorno alla piantina tipo sezioni di bottiglia di plastica piantate con la piantina all’interno, eccetera.

Oppure si fa uno stagno. In breve verrà popolato da rospi (se il vostro ambiente non è inquinato) e rane formidabili aiuti per tutti gli insetti parassiti dell’orto…

Cavolaia: anche qui un paio di metodi: la costante verifica e attenzione sulle piante che rivoltando le foglie di cavolo permettono di identificare le uova giallo/arancioni depositate dalla cavolaia (farfalla).

Appena identificate basta eliminarle fisicamente. Oppure alla vista dei bruchi compiere anche qui azione manuale di eliminazione.

Usando il Bacillus thuringiensis diluito e spruzzato valido su qualsiasi altro bruco elimina in maniera biologica le larve.

Un altro metodo che si può valutare è inserire della camomilla assieme ai cavoli per confondere la cavolaia con il suo profumo.

Afidi e simili vanno molto bene i macerati di ortica e aglio ma meglio ancora le coccinelle. Il meccanismo è autobilanciante e richiede un po’ di pazienza. Le coccinelle si riproducono man mano che la popolazione degli afidi cresce ma non immediatamente. Se c’è un boom di afidi si deve aspettare una decina di giorni perché le coccinelle si allineino alla popolazione.

 

Scheda sul Bacillus Turingensis che proveremo questa primavera:

 

 

 

 

 

 

Macerati Bioguida sotto:

 

 

 

 

 

Aromatiche repellenti 1

 

 

 

 

 

 

 

Aromatiche repellenti 2

 

 

 

 

 

 

 

Propoli utilizzo antiparassitario – anti fungino:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Consociazioni: un altro aspetto essenziale dell’orto sinergico sono le consociazioni. Le consociazioni possono essere fra ortaggi e fra ortaggi e fiori.

Alcune  immagini in merito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tempi delle semine:

File allegato

tempi semine

 

Singole varietà aspetti particolari:

Posts specifici

 

Problematiche aperte: Cereali: trebbiatura, macina,

Macerato di Ortica

Fertilizzante e antiparassitario allo stesso tempo. Il macerato di ortica è un ‘must’ dell’orto e del giardino. Muniamoci di guanti perché la primavera è il momento giusto per raccoglierla.

Ecco come prepararlo. Tagliare a pezzi e mettere a bagno in acqua fredda la parte aerea della pianta: 1 kg di foglie per 10 l di acqua. Se volete utilizzare le foglie secche la quantità è di 200g sempre per 10 l di acqua. Potete usare qualsiasi contenitore, purché non sia di metallo. Il macerato risulterà pronto quando il liquido sarà diventato molto scuro e avrà cessato di fare la schiuma. In genere sono sufficienti sette giorni, ma il processo di decomposizione viene accelerato se le temperature sono alte o se il recipiente viene esposto al sole. Meglio se una volta al giorno ci ricorderemo di mescolarlo per farlo ossigenare. Per attenuare gli odori sgradevoli si può aggiungere una manciata di farina di roccia o di farina di alghe, oppure qualche foglia di angelica.

 

Una volta pronto il nostro prezioso liquido andrà diluito.  Su questo punto i pareri sono discordi e, ascoltate tutte le campane, io ho deciso di usarlo nel rapporto 1:20 (1 litro di macerato/ 20 l di acqua), ma c’è chi sostiene che uno a 10 è più efficace.

Adesso potete scegliere se filtrarlo e nebulizzarlo sulle piante per due/tre giorni consecutivi, ad intervalli di due settimane, per combattere afidi, acari (ragnetto rosso), ma anche insetti come le tignole e la mosca delle ciliege; oppure usarlo come fertilizzante per irrigare il piede delle piante, meglio effettuare questa operazione nelle ore più fresche della giornata. Per i vasi basterà un bicchiere distribuito sul terreno già umido una volta alla settimana.

Ottimo per sostenere pomodori e zucchine che necessitano sempre di una razione supplementare di ‘energia’. Utile anche per bagnare le radici delle piante prima della loro messa a dimora.

Non c’è che dire: un vero toccasana a ‘tutto tondo’.

FONTE: http://www.inorto.org/2011/03/lortica-toccasana-dellorto/

Nuovo orto collettivo

Stiamo partendo con un nostro orto collettivo legati al Movimento Decrescita Felice di Verona. (www.ortorto.it).

L’orto si trova su un terreno di circa 6.000 metri incolto e ben soleggiato a 650m slm.

Nei prossimi giorni decideremo cosa piantare, il disegno dell’orto e anche come procurare i materiali.

L’orto sarà biologico e sinergico.