COSTRUIRE UNA TORCIA A LED

Nell’articolo Guida costruzione piccolo impianto fotovoltaico abbiamo visto come fare un piccolo impianto fotovoltaico, ora vediamo come costruire una torcia/lampada a led con un esempio molto semplice, una volta capito il procedimento vi permetterà di creare lampade/torce di qualsiasi dimensione.

RESISTENZE
LED
PORTABATTERIE
ALTRO MATERIALE
SERIE O PARALLELO
CALCOLO RESITENZA
INIZIAMO I COLLEGAMENTI
ESEMPI

Vediamo i materiali necessari per costruire la nostra torcia/lampada a led:

RESISTENZE
resistenze resistore

Per creare una torcia/lampada avremo bisogno di alcune resistenze (poi vedremo come trovare la resistenza che ci serve) facilmente reperibili da un elettricista che, visto il costo molto basso, probabilmente ve ne regalerà qualcuna oppure in qualche fiera di elettronica ad ottimi prezzi.

LED
led

Si possono trovare moltissimi tipi di led, un sito veramente molto fornito e di buona qualità è www.led1.de, qui potrete comprare i led che preferite.

PORTABATTERIE

portabatterieporta batterie

Come per le resistenze i portabatterie si trovano facilmente da elettricisti o in fiere di elettronica

ALTRO MATERIALE

millefori

Per finire serviranno dei cavetti elettrici, batterie, stagno e saldatore per collegare i nostri led. Consiglio anche una millefori che ci permette di creare un lavoro più “pulito”. Tutto questo è reperibile sempre da elettricisti e fiere di elettronica.

SERIE O PARALLELO

Per il nostro esempio usiamo 3 led da 3,2V e 20mA (0,02 Ampere).

Colleghiamo i nostri led in serie o parallelo?

Se collegati in serie (+ con -) i led consumeranno sempre 0,02Ampere ma avranno una tensione di 9,6Volt (3 led x 3,2V a led=9,6 V).

Se collegati in parallelo (+ con + e – con -) i led avranno sempre la tensione a 3,2V ma consumeranno 0,06 Ampere (3 led x 0,02a a led=0,06A)

Per questo esempio li collegheremo in parallelo aumentando gli ampere visto che come alimentazione useremo delle batterie AA stilo.
Se decitete di collegarli in serie i calcoli saranno sempre gli stessi, accertatevi solo che le batterie con cui gli alimenterete abbiano un valore in Volt uguale o maggiore dei led (se per esempio collegate una batteria da 9V a 10 led da 3V collegati in serie non funzionerà, perché avrete bisogno di almeno 30V, ovviamente potrete sempre collegare anche le batterie in serie per ovviare questo problema).

Proseguiamo con il nostro esempio, avendo deciso di collegarli in parallelo (aumentando gli ampere) i 3 led hanno bisogno di 3,2volt per funzionare. Visto che in questo esempio usiamo normali pile stilo AA da 1,2 volt siamo obbligati a collegarle in serie per arrivare ai 3,2V, quindi prendiamo una portabatterie (o colleghiamo in serie con dei cavetti) e mettiamo almeno 3 batterie (3 batterie x 1,2 V a batteria = 3,6V abbastanza per alimentare i nostri Led).
In questo esempio però uso un portabatterie per 4 pile, ma alla fine i calcoli saranno i soliti.

CALCOLO RESISTENZA

Con le nostre 4 batterie collegate in serie avremo 1,2Vx4=4,8Volt erogati ai nostri led..abbastanza da farli bruciare, per questo ci servirà una resistenza.

Le resistenze hanno 2 valori Watt e Ohm.

OHM= per trovare da quanti ohm ci serve la formula è:

(Vs – Vd) / I = Ohm dove Vs è la corrente di cui disponiamo (nel nostro esempio 4 batterie in serie da 1,2V=4,8V), Vd è la corrente che ci serve (nel nostro esempio 3 led da 3,2V in parallelo=3,2V) e I sono gli ampere che consumeremo (nel nostro esempio i led consumano 0,06 A) la formula sarà così:

(4,8V – 3,2V) / 0,06 = 26,6 Ohm quindi dovremo trovare una resistenza con valore più vicino a quel valore.

WATT= ci sono resistenze da 1/8 W (0,125W) da ¼, ½, 1W, per capire quale ci servirà la formula è:

(Vs – Vd) x I = W

Nel nostro esempio i led da 3,2V e 0,06A e come alimentazione 4 batterie stilo 4,8V ecco la formula:

(4,8V – 3,2V) x 0,06A = 0,096 Watt in questo caso si potrà utilizzare una resistenza da 1/8 di Watt (va bene anche una resistenza da 1/4 di Watt o più, l’importante è non usare mai una resistanza con un “Wattaggio” inferiore).

Quindi per il nostro esempio abbiamo bisogno di 1 resistenza da 26,6ohm e 1/8 Watt, dato che le resistenze non si trovano di tutti i valori quella che si avvicina di più per il nostro esempio è questa:
resistenza

è da 27ohm 1/2Watt (c’é anche da 1/8 Watt solo che non ne avevo, così ho preso questa da 1/2 Watt)

Come per le batterie e i led anche le resistenze possono collegarsi in serie o parallelo. Se collegate in serie aumenterà il vaore ohm (OHM = R1 + R2 + R3 ………ecc.), mentre se collegate in parallelo aumenteranno i Watt ma si dimezzeranno gli ohm (nel caso volete collegare delle resistenze in parallelo usate la formula Ohm = (R1 x R2) : (R1 + R2) ).

INIZIAMO I COLLEGAMENTI

Ora colleghiamo l’uscita “+” delle batterie con il “+” dei led (l’anodo del led, o “+”, lo si riconosce dal terminale più lungo, mentre il catodo “-” è quello più corto) e colleghiamo il “-” delle batterie ad una estremità della resistenza e l’altra estremità della resistenza la colleghiamo al “-” dei led:
lampada led

In questo esempio ho usato cavi “volanti” non saldati per farvi capire meglio i collegamenti da fare.

Il cavo bianco è collegato al “-” dei led poi alla resistenza e infine al “-” delle batterie
Il cavo verde è collegato al “+” della batterie e al “+” dei led.

torcia ledlampada ledtorcia led

Potrete anche collegare un piccolo interruttore molto facilmente, nello stesso modo che avete collegato la resistenza. Tra il “+” delle batterie e il “+” dei led mettete l’interruttore.

interruttorelampada led

Se mettete la resistenza sul cavo “+” e l’interruttore sul “-” non cambierà niente. Potrete anche tenere sulla stessa linea sia l’interruttore che la resistenza:

torcia led

Il principio è questo, ora potrete sbizzarrirvi con tutte le vostre idee, facendo solo attenzione alle formule cambiando i nostri valori di esempio con quello che vorrete andare a fare.

ESEMPI

Ecco un pochino di cose che ho fatto, solo per darvi un’idea, ma vi prego non fate caso alla mia scarsissima abilità artistica!

lampade torce ledlampade torce ledlampade torce ledlampade torce ledlampade torce ledlampade torce led

Fonte: http://www.planetinfo.info/energie-alternative/233-costruire-una-torcia-a-led.html

 

Riscaldare casa a 20 euro l’anno? Dal 2013 con E-cat forse lo si potrà fare

Se tutto va bene, dovreste presto essere in grado di aggiungere al vostro riscaldamento centralizzato esistente un dispositivo rivoluzionario da 400 a 500 dollari / euro con cui potrete riscaldare la vostra casa con una sola cartuccia riciclabile a base di polvere di nichel, per meno di 20 dollari / euro all’anno.

Continue reading

Il tuo primo sistema – solo 6.000 euro (iva esclusa ovviamente)

In ogni caso riporto l’offerta perchè interessante per poterselo fare…

AGROKIT

IL TUO PRIMO IMPIANTO DI ACQUAPONICA

La nostra società AquaGuide, in collaborazione con l’azienda di falegnameria Palombarani, ha realizzato un modulo di Acquaponica completo e pronto per poter essere produttivo in poco tempo.
Il modulo è stato concepito per poter essere posizionato su una qualsiasi superficie piana senza la necessità di effettuare lavori di scavo nè di licenze. Per il suo funzionamento necessita solo di una presa elettrica e della vicinanza di un rubinetto collegato all’acquedotto oppure ad un pozzo.

Continue reading

Aquaponic System

Si tratta di un’applicazione pratica nata una ventina d’anni fa, un ibrido che coniuga l’acquacoltura, ovvero l’allevamento ittico, e l’idroponica, ovvero la coltivazione di piante in acqua.

L’acquaponica rende inutili il filtro per l’acqua e il fertilizzante per la piante, trasformando l’impianto in un mini-ecosistema autosufficiente in cui i rifiuti vengono riciclati dalle radici, che filtrano così al contempo l’acqua.

Continue reading

Materiali

Un amico ha postato la seguente tabella autoesplicativa:

== ELENCO COSE DA FARE ==

CATEGORIA	        COSA DA FARE	                        PRIORITA'
Acqua usi agricoli	Acqua per orto	                        Importante
Acqua usi agricoli	Acqua piovana	                        Essenziale
Acqua usi agricoli	Contenitori raccolta acqua piovana	Essenziale
Acqua potabile	        Acqua potabile	                        Essenziale
Acqua potabile	        Contenitori vetro per acqua	        Essenziale
Acqua potabile	        Individuazione sorgente	                Essenziale
Acqua usi civili	Impianto solare termico	                Importante
Acqua usi civili	Taniche stoccaggio acqua	        Essenziale
Acqua usi civili        Autoclave                               Essenziale
Cibo	                Zucchero	                        Importante
Cibo                    Aceto (con madre)                       Essenziale
Cibo – carne	        Gabbie per conigli	                Importante
Cibo – carne	        Gabbie per galline	                Importante
Cibo – conservazione	Cassette per patate	                Importante
Cibo – conservazione	Gabbie per stoccaggio cachi             Importante
Cibo – conservazione	Vasi in vetro con tappo	                Essenziale
Cibo – conservazione	Sale	                                Essenziale
Cibo – conservazione	Tecniche di conservazione	        Essenziale
Cibo – conservazione	Individuazione dispensa	                Essenziale
Cibo – conservazione	Individuazione cantina	                Essenziale
Cibo – conservazione	Bottiglie da vino con tappi no sughero	Importante
Cibo – alimentazione	Sale iodato	                        Essenziale
Cibo - alimentazione    Kefir                                   Essenziale
Cibo – frutta	        Miele	                                Essenziale
Cibo – frutta	        Piante di cachi	                        Essenziale
Cibo – frutta  	        Piante di fichi	                        Essenziale
Cibo – frutta	        Piante di mele	                        Essenziale
Cibo – frutta	        Piante di pere	                        Essenziale
Cibo – verdura	        Orto	                                Essenziale
Cibo – verdura	        Sementi	                                Essenziale
Cibo – verdura	        Piante spezie e aromi	                Normale
Cibo - spezie           Mentuccia                               Importante
Cibo - spezie           Peperoncino                             Essenziale
Cibo – coltivazione	Pacciamatura in tessuto nero	        Importante
Cibo – coltivazione	Serra	                                Essenziale
Cibo - coltivazione     Compostiera                             Importante
Cibo – preparazione	Dispositivo accensione fuoco (quale?)	Essenziale
Cibo – preparazione	Come fare il formaggio	                Importante
Comunicazioni	        WADSL	                                Essenziale
Comunicazioni	        Ricetrasmittente	                Essenziale
PC                      PC                                      Essenziale
PC                      Software su CD                          Essenziale
Energia	                Impianto fotovoltaico	                Importante
Energia	                Motori elettrici CA/CC	                Importante
Energia	                Motore Stirling	                        Essenziale
Energia	                Pile ricaricabili	                Essenziale
Energia	                Ricarica pile	                        Essenziale
Energia	                Utensili	                        Importante
Persona	                Rasoio	                                Normale
Persona	                Sapone	                                Importante
Persona	                Scarpe	                                Essenziale
Persona                 Borsa dell'acqua calda                  Normale
Utensili	        Ascia	                                Importante
Utensili	        Badile	                                Importante
Utensili	        Cariola con gomma piena	                Importante
Utensili	        Rastrello	                        Importante
Utensili	        Vanga	                                Importante
Utensili	        Zappa	                                Importante
Utensili	        Torcia a led	                        Essenziale
Utensili                Caschetto con led                       Importante
Utensili                Lampada a led da libro                  Importante
Utensili	        Macinino	                        Importante
Utensili	        Falce	                                Essenziale
Utensili	        Pietra per falce	                Essenziale
Utensili	        Pianta per falce	                Essenziale
Utensili	        Flessibile grande con disco diamantato	Importante
Utensili	        Flessibile piccolo con disco diamantato	Importante
Utensili	        Trapano	                                Importante
Utensili	        Punte trapano	                        Importante
Utensili	        Affilapunte trapano	                Importante
Utensili	        Saldatrice con elettrodi	        Importante
Utensili                Kit preparazione formaggio              Essenziale
Utensili                Tornio per legno                        Importante
Utensili                Tornio per ferro                        Importante
Utensili                Alambicco per distillazioni             Essenziale
Utensili                Forno solare                            Essenziale
Utensili                Motosega elettrico                      Essenziale
Utensili                Bilancia manuale                        Essenziale
Materiali	        Filo elettrico in rame	                Essenziale
Materiali	        Stagno per saldature	                Essenziale
Materiali               Silicone                                Importante
Materiali               Carburanti                              Essenziali
Materiali               Spago resistente                        Essenziale
Materiali               Ago resistente                          Essenziale
Materiali               Tester                                  Importante
Materiali               Grasso lubrificante                     Importante
Materiali               Silicone                                Essenziale
Impianto termico	Stufa per cucinare (no pompe)	        Essenziale
Trasporti               Ciaspole da neve                        Importante
Trasporti               Bicicletta                              Essenziale

Conservare i semi di fagiolo

Come conservare i semi di fagiolo


Conservare i semi di fagiolo sarà  sicuramente un’attività che troverete semplice e gratificante e non c’è cosa più fresca e naturale del sapore di un tenero fagiolino verde appena raccolto.

Generalmente nei nostri giardini si coltivano 4 varietà di fagiolo:

1 Fagiolini

Sono i baccelli giovani del fagiolo che vengono raccolti prima del loro sviluppo. Hanno proprietà  diverse dai legumi più simili a quelle di un ortaggio.

2 Fagioli dall’occhio

Di colore bianco o crema, presentano un piccolo anello nel punto di attacco del baccello al seme.

 

Fagioli di Lima

Piatti e di colore bianco o tendente al viola, sono originari dell’America del sud ed hanno un gusto molto saporito.

 

Fagioli da essiccazione

Sono le varietà che generalmente troviamo nei negozi di alimentari in grandi sacchi: fagioli neri, fagioli cannellini, fagioli borlotti, ecc.

Conservare i semi

La prima cosa da fare se volete ottenere ottimi semi sarà quella di lasciare maturare i fagioli completamente sulla pianta. I fagioli cresceranno fino a diventare grandi e sempre più coriacei e poco adatti ad essere mangiati. Entro la fine della stagione il fagiolo somiglierà ad una maracas: agitando il baccello sentirete il rumore dei fagioli secchi al suo interno. Questo è il momento giusto: apriteli e togliete i fagioli secchi. Riponeteli in un piatto per una giornata in modo da essere sicuri che siano ben asciutti poi in una busta etichettata e conservateli in un luogo fresco e buio.

Suggerimenti

Selezionate le piante più sane e prolifiche per ottenere le semenze e ricordate questa semplice formuletta: piante sane = semi sani = piante sane stagione successiva.

Inoltre, una volta che saranno secchi selezionate solo i fagioli migliori: scartate quelli di piccole dimensioni, quelli rugosi e quelli rotti.

Fonte: http://www.greenme.it/approfondire/guide/3125-come-conservare-i-semi-del-tuo-orto-?start=1

La stevia: il dolcificante naturale alternativo allo zucchero a calorie zero

Esiste in natura una pianta, la stevia,  che è un vero e proprio dolcificante naturale a zero calorie Non tutti sanno, infatti, che lo zucchero industriale moderno non fa male solo a diabetici, arteriosclerosi o soggetti con malattie cardiovascolari, ma fa male a tutti! La dolcissima polvere bianca che in tutto il mondo si assume con una certa regolarità è, infatti, altamente tossica e la sua continua assunzione può portare danni fisici, psichici e ovviamente una forte dipendenza.

La lavorazione che rende la barbabietola prodotto finale è incredibilmente “raffinata” tanto da fargli cambiare colore attraverso coloranti chimici, sottrargli sostanze vitali e vitamine. Inoltre, per fardigerire questa sostanza sintetica che di naturale non ha nulla, il nostro organismo è costretto a farsi rubare massicce dosi di sali minerali per riuscire ad assimilarlo con il conseguente indebolimento del fisico. Purtroppo però la natura nociva di questa sostanza non viene  pubblicamente poiché metterebbe K.O. l’intera industria dello zucchero delle multinazionali che la producono.

Un libro da leggere, per poter meglio comprendere quanto lo zucchero sia dolcesolo in apparenza, è “Sugar Blues – Il Mal di Zucchero” di William Duffy. Un’opera che è un vero e proprio manifesto di denuncia in grado di farci vedere con altri occhi quello che c’è effettivamente dietro alla produzione di questo diffusissimo dolcificante che, a detta dell’autore, “ci uccide dolcemente”.

La Stevia rebaudiana, invece, è una piccola pianta erbaceo-arbustiva, originaria delle montagne tra Paraguay e Brasile che, al contrario dello zucchero bianco raffinato è completamente naturale che potrebbe rappresentare la soluzione ideale, soprattutto per diabetici e obesi. La stevia nella sua forma naturale, oltretutto, è circa 10/15 volte più dolce del normale “zucchero da tavola” e, se estratta dalle foglie arriva addirittura ad aumentare il suo valore dolcificante dalle 70 alle 400 volte. Senza troppi giri di parole è, pertanto, il dolcificante naturale più potente al mondo.

 

Vi starete chiedendo, molto presumibilmente, come mai non ne abbiate mai sentito parlare prima d’ora? Semplicissimo, perché la sua vendita in Europa è illegale! Nel 1999 la Commissione sugli Additivi nei Cibi dell’OMS e il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell’Unione Europea, segnalarono la pericolosità della stevia come additivo alimentare, poiché un suo metabolita, losteviolo, si era rivelato cancerogeno. Conseguentemente nel febbraio 2000 la Commissione Europea, seguendo le opinioni del Comitato Scientifico per gli Alimenti – SCF, ha deciso che la Stevia rebaudiana (pianta ed estratti secchi) non può essere immessa nel mercato come alimento o come additivo alimentare.
Nel 2004 un gruppo di ricercatori belgi ha organizzato un simposio internazionale sulla sicurezza dello stevioside in cui è stata smentita la sua cancerogenicità, anche perché questa sostanza non verrebbe assorbita direttamente dall’intestino, ma degradata dai batteri del colon a steviolo e in gran parte eliminata con le urine. Tanto più che le dosi di assunzione alimentare sono infinitamente inferiori rispetto a quelle utilizzate dagli studi. Esaminando i dati disponibili dai paesi che ne fanno uso anche come infuso, la FAO e l’OMS hanno così stabilito una dose massima giornaliera di 2 mg/kg peso corporeo di steviolo. Questo limite, nello studio della FAO, ha un fattore di sicurezza 200, ossia è 200 volte inferiore alle quantità assimilate senza rischi dai soggetti di studio.

Ipotizzando, quindi, potremmo facilmente dedurre che un dolcificante libero, economico e completamente privo di controindicazioni recherebbe danni ad una grande fetta del mercato globale. Conseguentemente, inoltre, la tanto cara industria farmaceutica troverebbe molto meno lavoro da fare. Le caratteristiche principali della stevia sono infatti quanto mai sorprendenti:

  • Non causa diabete
  • Non contiene calorie
  • Non altera il livello di zucchero nel sangue
  • Non ha tossicità
  • Essendo priva di zuccheri non provoca carie e placca dentali
  • Non contiene ingredienti artificiali

Insomma, è piuttosto chiaro quanto meno “lavoro” potrebbe creare una sua libera compravendita.Vietandola, invece, le multinazionali della chimica avranno un nemico in meno e noi – semplicemente – qualche malattia in più.

Negli Stati Uniti fortunatamente, dopo una lunga battaglia, si è riusciti ad ottenere l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration. Anche se viene ammesso l’uso esclusivamente come integratore dietetico e non come ingrediente o additivo naturale, il consumo di stevia sta aumentando considerevolmente. Nel vecchio continente, almeno, la sua coltivazione non è fuori legge e quindi andando su specifici siti americani (www.stevia.net) o recandosi in un paese non appartenente all’Unione Europea (come ad esempio la vicina Svizzera) la si può comprare, importare e far crescere liberalmente.

Il costo di una pianta di stevia è all’incirca pari a 3 dollari ed è talmente adattabile che la si può farcrescere un po’ ovunque, anche nel vostro balcone di casa. Basta che gli venga fornita abbondante quantità di umidità e luce solare. Il terreno per le piante in vaso dovrebbe essere un miscuglio di torba bionda e torba scura (rapporto 60% e 40%), con l’aggiunta di un elemento inerte (pomice, polistirolo espanso sbriciolato etc…) per consentire un buon drenaggio delle radici.

Il valore del pH dovrebbe aggirarsi intorno a 6-7. La stevia ha una crescita ed una fotosintesi molto veloce, pertanto un buon concime naturale è quasi indispensabile, poiché per il suo corretto utilizzo è molto importante che produca foglie molto grandi. La raccolta è raccomandata in tardo autunno e anche essa è semplicissima. Infatti, occorre solamente tagliare i rami e successivamente togliere le foglie. Una volta fatto questo, metterle ad essiccare appaiandole in mazzetti. Arrivate al momento della perfetta essicazione non resta che sbriciolarle finemente (per fare questa operazione va benissimo un normale mixer da cucina) e conservarle mettendole in un barattolo di vetro ben asciutto a tenuta ermetica. D’ora in poi potrete usare la stevia e le sue qualità dolcificanti dove, come e quando volete.

E’ possibile anche trasformare la stevia in estratto liquido. Il procedimento, in questo caso, è un po’ più elaborato, ma nulla di impossibile. Mettete le foglie fresche o secche in un litro di alcol a 95° e lasciatelo macerare per 12 giorni (o 15 nel caso abbiate optato per le foglie fresche); successivamente basterà filtrare la soluzione e diluire l’alcool aggiungendo acqua nella proporzione di ½ litro d’acqua per litro di alcool. Se l’estratto liquido vi risulterà con un sapore troppo eccessivo di alcool potrete riscaldare la soluzione a fuoco lento in modo tale da farlo evaporare. Ottenendo questo composto potrete utilizzarlo nella medesima modalità di quello in polvere. 15 ml di estratto sonopari al potere dolcificante di circa 1kg di zucchero e 1 goccia equivale a circa 1,5 cucchiaini di zucchero… ricordando sempre che il suo contributo calorico è nullo!

Infine, suggeriamo anche di provare a farci una grappa. Occorre un litro di grappa bianca a 40° e circa 50 foglie di stevia che andranno inserite nella bottiglia e lasciate immerse per 30 giorni. A questo punto filtrate il tutto, facendo riposare la grappa per ulteriori 30 giorni prima di berla.

La stevia è un dolcificante naturale facile da coltivare e da consumare che non fa male se non alle multinazionali.  Ma come si dice… basta un poco di …stevia e la pillola va giù!

Alessandro Ribald

Fonte: http://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/2229-la-stevia-il-dolcificante-naturale-alternativo-allo-zucchero-a-calorie-zero-

 

Zoetrope – turbina eolica fai da te

The Zoetrope

Status: Complete

Attachments: (To download, right-click the file and select “Save Link As”)

Construction Guide (26.4MB)(Mirror)(Djvu),(Compressed)

Magnet Layout Template (SVG)

Links:

Video

Resources

Image Gallery

The Zoetrope is a vertical-axis wind turbine made from common materials such as stove pipe, metal brackets, plastic sheet and a trailer hub. Many of the materials can be found at local hardware or home improvement stores, the rest can either be made at home or purchased online. The Zoetrope was commissioned by Washington (USA) resident and renewable energy supporter Mike Marohn to provide supplemental water heating.

Applied Sciences made the decision to open source the wind turbine and provide a freely available introduction to wind power, thereby allowing others to improve the design and functionality. The construction guide represents a realization of the open source decision. It details the build process and includes a complete materials list as well as recommended tools.

Something to keep in mind is that the power output of The Zoetrope is specifically tailored to the site where it is located and the application for which it is being used. Water heating is a cumulative process that can accommodate wide fluctuations in power and voltage. This is ideal since the site can routinely experience 25m/s (60mph) wind gusts. Putting that potential energy to use without burning up the stator means lower efficiency in light wind as a trade-off. During limited testing, power outputs of 150-200 watts were observed, but with a unidirectional anemometer and varying load resistance, those numbers are definitely approximations. The “official high” sustained wind speed during the testing period was 9m/s (20mph). In building your own turbine for your own application, you could tailor it to get better low speed performance than The Zoetrope.

Come costruire un pollaio con materiali di recupero, pochi soldi e tanta fantasia

Quelle che seguono non sono le istruzioni per costruire il pollaio, ma un pollaio come ne esistono tanti in giro per il mondo: prendetele quindi a mo’ di fonte di ispirazione e, soprattutto, sentitevi liberi di personalizzare il vostro progetto!

LISTA DEI MATERIALI UTILIZZATI:
  • una decina di piastre a L con tre fori per lato;
  • tante, tantissime viti autofilettanti;
  • zoccoli di legno di varia misura;
  • 1 ruota giocattolo;
  • 2 monitor di computer;
  • assi di legno lunghe e strette (tra cui un battiscopa);
  • pannelli di legno da un vecchio armadio;
  • pannelli di truciolato grezzo per il tetto;
  • ritagli di un telo da campeggio;
  • sega, martello, cacciavite, trapano, cutter, forbici, puntine da disegno, chiavi a brugola

Bene, cominciamo. Innanzitutto vi serviranno dei pannelli di legno. Io li ho trovati per strada, in una via semideserta dove qualcuno si era liberato in modo incivile di un vecchio armadio. Voi potreste recuperarli nel vostro garage, da un vicino, a un ferrovecchio o, chissà, magari per strada come me! Usatene uno come base, e a suon di viti autofilettanti cacciavite, attaccateciquattro zoccoli di legno della stessa lunghezza (preparatevi a usare una sega…)

 

FOTO 1 – base completa

Io ci ho aggiunto anche una ruota presa da una carriola giocattolo, così da poter spostare la struttura – da solo – una volta terminata.

 

 

 

 

 

FOTO 2 – carriola

Ora cominciate con le pareti. Ricordate che uno dei due lati corti dovrà rimanere sollevato di qualche cm, in modo da permettervi in seguito di infilare e sfilare una lastra di metallo/lamiera/ecc come fondo… le galline e i galli, si sa, ci vanno giù pesante con gli escrementi, e per voi sarà più facile pulire. Per quanto riguarda i lati lunghi invece, uno dovrà essere privo di aperture, in modo da fornire protezione sufficiente da vento, pioggia e gelo durante l’inverno.

 

FOTO 3 – i due lati (lungo e corto)

Avendo scelto un tetto spiovente per evitare accumuli di neve e acqua – liberi di fare altrimenti a seconda del clima della vostra zona –, per il mio pollaio ho scelto un pannello orizzontale per il lato lungo sinistro, e due pannelli verticali per quello lungo destro. Quest’ultimo lato è stato poi sagomato (e dagli ancora di sega…) in modo da fare spazio a due vecchi monitor di computer, che fungeranno da “alcova” per eventuali pulcini.

 

FOTO 4 – pareti con computer

Ho anche aggiunto uno sportello con un paio di cerniere in metallo (acquistate da un ferramenta), che, posizionato sopra uno dei due monitor, farà da porta di ingresso.

FOTO 5 – sportello

È ora il momento di arredare gli interni: da un lato ho scelto di creare una “zona ristoro”, con una semplice bottiglia di vetrorovesciata e una boccia d’acqua vuota di quelle aziendali (regalo di un amico) per contenere il becchime.

 

 

 

 

FOTO 6 – bottiglia + boccia

Da notare che la parete divisoria ha una fessura a tre quarti dell’altezza, in modo da favorire la circolazione dell’aria durante l’estate, impedendo nello stesso tempo l’ingresso di animali-stermina-galline tipo le volpi. Tutto il pollaio, se fatto a dovere, dovrebbe tenere conto di questi due aspetti. All’interno ho poi fissato con le solite viti autofilettanti tre assi di legno, due lunghe parallele tra loro a diversa altezza e una più corta perpendicolare alle altri. Per chi non lo sapesse, galli e galline amano dormire sollevati da terra, di solito sui rami o, appunto, su qualche sostegno.

FOTO 7 – totale con assi

E ora veniamo alla copertura. Per il tetto non ho potuto fare altro che acquistare in un megastore del fai-da-te due ulteriori pannelli su misura, un po’ perché il peso complessivo stava diventando troppo, un po’ perché i pannelli cominciavano a scarseggiare, e avrei dovuto optare per un taglia e cuci lungo, antiestetico e soprattutto devastante, per me…

FOTO 8 – i due pannelli

Entrambi i pannelli sono uguali, sia come misure, (130 cm x 85 cm) sia come materiale (truciolato grezzo). Per quanto riguarda l’installazione, dopo un po’ di spremitura di meningi ho trovato una soluzione forse complessa, ma che rispettava due parametri ben precisi: la stabilità e l’apertura/chiusura. Detta in altri termini, se da una parte il tetto deve poter essere rimosso per consentire tout court un accesso al pollaio, d’altra parte bisogna fare in modo che un vento troppo forte non scoperchi tutto, con conseguenze tragicomiche.

 

FOTO 9 – 10 – sistema blocchetti

Ecco quindi nelle due foto qui sopra la tecnica scelta. Dopo aver applicato tre blocchetti – quelli dei bancali di legno – a ciascun pannello, ne ho applicati altrettanti alle pareti del pollaio stesso, in modo che combaciassero tra loro al momento della chiusura (in tutto sono 5 e non 6 perché quello centrale serve per entrambi

i pannelli). Ho poi bucato col trapano ogni blocchetto fissato al pollaio, e nel foro ho infilato un cilindro di legno stile Ikea (impossibile non averli in casa…)

FOTO 11 – cilindro di legno

A questo punto il gioco è fatto e per aprire il pannello a sinistra basterà spingere nella direzione indicata dalla freccia, stessa cosa, ma nel senso opposto, per quello di destra.

FOTO 12 – blocchetto con freccia

E per finire non resta che fissare con una serie di puntine da disegno (o quelle a una punta o anche quelle a tre – io ho usato entrambe) un telo impermeabile, per allungare la vita media della parte più esposta alle intemperie, e cioè il tetto. In garage ho recuperato un vecchio telo da campeggio, di quelli che si mettono sotto la tenda, ma può andar bene anche altro.

 

FOTO 13 e 14 – teli di copertura

Voilà. Non resta ora che recarsi in qualche fattoria o a una delle tante fiere di paese e acquistare – per cominciare – un paio di galline. Badate bene che questi animali, di qualunque razza siano, hanno la pessima abitudine di svegliarsi a orari improponibili, per cui c’è sempre bisogno di qualcuno che si alzi e vada ad aprire il pollaio.

 

Foto, idea e testi: Roberto Zambon

Compostiera da Balcone o fai da te

Compostiera hand-made by me!

Finalmente mi sono decisa a scrivere e …descrivere con questo post passo per passo la costruzione ed il conseguente utilizzo della mia efficientissima compostiera che io amichevolmente definisco”autosufficiente” perché una volta riempita bisogna solo attendere un paio di mesi -o tre dipende dal periodo dell’anno- ed il compost è bello che pronto!
Allora inizio col dirvi che sul web ci sono decine di guide scaricabili in pdf o anche semplicemente consultabili, io sono partita da lì ma poi…l’ho fatta molto più semplice….innanzitutto se ben organizzata non ha bisogno di complicati biofiltri o altri aggeggi strani , l’importante è seguire scrupolosamente 2 o tre regole!Allora, innanzitutto procuratevi un bidone abbastanza capiente…allora io con il mio compagno (che siamo io vegan e lui vegetariano…quindi buoni consumatori di frutta e verdura!) un bidone lo riempiamo in tre-quattro settimane e vi assicuro che si fa’ davvero in fretta!

…mi vieni in mente il consiglio che veniva dato in un articolo che lessi qualche tempo fa’ per rendersi conto di quanta immondizia ognuno di noi crea quotidianamente, ossi per una giornata intera portarsi dietro un piccolo sacchettino e vedere in quanto tempo esso veniva riempito, beh….allo stesso modo il mio bidone “made by me” rende l’idea, senza nemmeno accorgersene è pieno…. In merito c’è un’altro vantaggio oltre a quello diretto del riciclaggio: dopo un paio di mesi inizierete a scartare mooooolto meno perchè vi renderete conto di quanto spreco e scarto fate (anche se poi il tutto viene riutilizzato!)
Quindi una volta che avete il vostro bel bidone (alcuni usano quelli per il bucato, altri quelli per l’immondizia, io ho preferito quelli per le foglie secche da giardino , quelli verdi di plastica resistente con il coperchio che sono perfettamente sigillati una volta chiusi da 80 lt ma voi regolatevi in base a quanti siete, anche se io non scenderei sotto questo volume!) procuratevi dell’argilla espansa in palline, un saccetto piccolo basta, della rete in plastica a maglie fini, della zanzariera in tessuto (non in alluminio!), un trapano, del fil di ferro ricoperto in plastica, della carta vetrata, un sottovaso e delle mollette di plastica.

Quindi: innanzitutto dovete decidere un dettaglio che poi diventerà abbastanza rilevante: volete poter prendere il compost pian piano a mano a mano che a strati matura o desiderate prendere tutto l’intero contenuto del vostro bidone-compostiera in una volta sola?
io ho optato per il secondo caso, cioè prenderlo tutto in un’unica volta, x due ragioni:
-la prima organizzativa (essendo il mio primo bidone volevo fare le cose più semplici possibili);
-la seconda perchè il compost lo utilizzo per il rinvaso o per il rabbocco dei vasi (non avendo un orto su campo) e quindi il compost lo uso 1 o 2 volte l’anno, o poco più;

Questo dettaglio apparentemente insignificante è invece molto importante perchè se decidete che lo volete prendere a poco a poco dovete costruire una sorta di “sportellino” nella parte bassa del vostro bidone e perciò dovete tagliare usando un seghetto a mano per legno un rettangolo tipo finestrella e applicare due cernierine tipo porticina e un gancino che lo tenga chiuso, inoltre dovreste mettere sui bordi del vostro sportellino qualcosa che riesca a sigillarlo per bene una volta chiuso perchè (RICORDATE SEMPRE!!!) nulla deve entrare nè uscire!
Insomma è certo un po’ più complicato perciò se anche voi siete alla vostra prima compostiera autosufficiente da balcone vi consiglio di fare come me e procedere al metodo più semplice, ossia quello del “senza sportellino e tutto in una volta!”^___^

Quindi prendete il bidone e foratelo per bene , non fatelo a caso ma costruitevi un modo per far sì che i buchi siano a distanze più o meno regolari e che quindi la ventilazione e sia regolare in ogni zona della compostiera, foratelo anche sul fondo ma non forate il coperchio!!!
A questo punto dovete passare alla “fodera” ossia preparare la prima protezione: dovete foderare internamente tutto il bidone (anche il fondo!!!) prima con la zanzariera e passando alla seconda protezione, poi con la rete di plastica a maglie fini aiutandovi fissando qua e là con del fil di ferro rivestito in plastica.

Una volta foderato per benino tutto l’interno della compostiera dovete passare alla preparazione del fondo: tagliate 2 pezzi di retina di plastica a misura , tondi, praticando dei tagli sul bordo a formare come delle alette, fissate uno dei due tondi con il filo sul fondo quindi riempite il fondo con le palline di argilla espansa, formando uno strato di circa 10 cm, questo strato servirà per non fare imputridire il tutto e far scivolare via il percolato, insomma lo stesso principio per il quale si forma una strato di argilla espansa sul fondo dei vasi, per evitare i ristagni ed infine mettete al di sopra dello strato di argilla il secondo disco di retina e fissate anche quello con il fil di ferro, questa retina servirà per evitare che i vostri amici fidati lombrichini siano tentati di andare verso il fondo ma soprattutto per rendere molto più stabile il tutto e fate attenzione a non lasciare i bordi tagliati aguzzi!
E…a questo punto ci siete…dovete solo procurarvi un po’ di lombrichi (se non sapete dove trovare della buona terra con dei lombrichi potete acquistarli nei negozi dove vendono esche, sì lo so che è orrendo pensare di entrare in uno di quei negozi ma…pensate che almeno ad alcuni di loro…state salvando la vita….) e il gioco è fatto!
Prima di iniziare a utilizzare la vostra compostiera ricordatevi  di chiudere sempre bene il bidone, nulla deve uscire nè entrare (!!!) e come vi dicevo prima ci sono 3 regole fondamentali molti importanti che non dovete mai dimenticare:

1)non buttate nulla che sia stato condito o che sia unto, non buttate nulla di origine animale nemmeno i croccantini dei vostri amici pelosi altrimenti sarà un immondo disastro!

2)mettete la vostra compostiera in una zona al riparo da sole cocente o gelo magari in un langolo del vostro balcone, questo perchè agli amici lombrichi sono molto delicati e non sopportano sbalzi di temperatura troppo bruschi o peggio di umidità ( a tal proposito dovete stare bene attenti all’umidità che c’è all’interno del vostro compost in maturazione perchè se è troppo bagnato i lombrichi annegano, se invece è stroppo secco muoiono perchè i lombrichi respirano tramite la pelle e hanno bisogno di una buona umidità!”)
Ora mi sento costretta a dirvi una cosa: molti dicono che a volte si rende necessaria l’aggiunta di acqua ma secondo me se il compost viene fatto nei modi descritti sopra tale necessità non si viene quasi mai a creare, basta dosare bene la parte “umida vegetale” con la parte secca tipo foglie, paglia o giornali (quotidiani NO i PATINATI!)

3)dosate bene la parte “umida vegetale” con la parte “secca” tipo foglie, paglia o giornali (quotidiani e NON i PATINATI!) in questo modo: 1 strato di scarti di verdure, 1 strato di secco, 1 strato di verdure, 1 strato di secco, e alla fine vi consiglio di mettere sempre un fine strato di torba che servirà per evitare il formarsi di cattivi odori e moscerini!

A questo punto potete iniziare a riempire il vostro bidone- compostiera e una volta che è pieno dovete avere pazienza per circa 2 o 3 mesi in base a se siete in primavera-estate o in autunno-inverno.
Il compost sarà pronto quando aprendo e mescolando vedrete solo terra e sentirete un buon profumo di sottobosco, se invece vedete ancora resti e riuscite a vedere cosa c’è nel bidone allora dovete aspettare ancora.
Non abbiate fretta!
Io sono a vostra disposizione per ogni chiarimento! Buon compostaggio a tutti!!!

Ho dimenticato un dettaglio importante!!!!….scusate….allora, bisogna mettere un sottovaso sotto il bidone e mettere tra il sottovaso ed il bidone delle listarelle (io ho usato dei pezzi di coprifili di plastica) in modo tale che il bidone sia rialzato e che ci sia spazio tra esso e il sottovaso, questo serve perchè il percolato deve andare giù fino così a venir raccolto dal sottovaso….e qui cosa importante…di tanto in tanto il sottovaso và svuotato se no sì che attira gli insetti, ma è un lavoro che và fatto veramente di rado …

Volevo fare una precisazione: i lombrichi sono assolutamente necessari!!!
…senza lombrichi il compostaggio descritto non avviene!…

QUI il link al tutorial video su you tube!

Fonte : http://equoecoevegan.blogspot.com/2009/04/compostiera-hand-made-by-me.html