Chi finanzia l’ISIS – 3

Ecco un altro punto di vista che io considero vincente sulle responsabilità dell’occidente o meglio degli interessi economici dell’occidente nell’ISIS.

Putin al G20: “Finanziatori dell’ISIS tra noi”

Red. Online-ats

VERTICE DI ANTALYA – Messo al bando all’unisono il terrorismo, considerato un “affronto contro l’umanità” – DÌ LA TUA

ANTALYA – “L’ISIS è finanziato da quaranta nazioni, incluso diversi membri del G20”. Lo ha affermato ieri ad Antalya il presidente russo Vladimir Putin, durante la riunione avviata in Turchia dai venti paesi più industrializzati, spiegando ulteriormente il peso delle proprie parole nell’ambito di una conferenza stampa seguita ai lavori. Si è trattato di un chiaro segnale politico, in primis agli Stati Uniti, dell’importanza dell’intervento russo in Siria contro lo Stato islamico, ha lasciato intendere lo stesso Putin, a maggior ragione a seguito degli attentati di Parigi.

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Vediamo di capire quali sono questi paesi:

l’Arabia Saudita:

Abd Allah, il re dell’Arabia Saudita, ha appena compiuto 90 anni. Non si sa chi comandi davvero a Riad. La classe dirigente incredibilmente ricca e potente che custodisce il luogo più sacro dell’islam, la Mecca, rappresenta un enigma inquietante. L’occidente da decenni la considera un baluardo da sostenere e da armare. Un intreccio di investimenti finanziari la lega indissolubilmente alle nostre economie. Perfino Israele gioca di sponda -pur senza dichiararlo- con la dinastia che fronteggia l’Iran e (in contrasto col Qatar) vorrebbe debellare il movimento dei Fratelli Musulmani, tanto da isolare la stessa Hamas nella morsa di Gaza.
Eppure l’Arabia Saudita gioca su due tavoli. Da una parte il rapporto privilegiato con gli Usa. Dall’altro l’alimentazione di un islam salafita, estremista, fondamentalista e anche jihadista. Le milizie dell’autoproclamatosi califfo al-Baghdadi godono di un indiretto ma decisivo supporto di Riad. Mai rivendicato, ma neppure smentito.
L’impressione che ne traggo è la seguente: l’Arabia Saudita, consapevole che la ricchezza petrolifera non potrà garantirla in eterno e che la sua centralità strategica è provvisoria, sfida la declinante supremazia occidentale tenendosi pronta a cavalcare uno scenario alternativo di natura catastrofica: cioè la vittoria degli oscurantisti in un ribaltamento degli equilibri mondiali.
La Mecca resta così il simbolo di un’ambiguità islamica mai risolta. E l’Arabia Saudita si conferma spina nel fianco della stabilità internazionale. Il più infido degli alleati dell’occidente.

(fonte http://www.gadlerner.it/2014/08/21/il-vero-mistero-perche-larabia-saudita-arma-e-finanzia-lis)

vedi anche molto interessante (http://www.rivistastudio.com/standard/sauditi-isis/)

La Turchia (paese NATO):

Oggi l’Isis è sostenuta finanziariamente dalla Turchia. Come accade? Lo Stato Islamico ruba il petrolio siriano e iracheno, lo trasporta tramite camion verso la Turchia, lo vende dai porti turchi nel mercato nero. Il denaro viene pagato attraverso società turche, alcune delle quali riconducibili perfino a parenti di Erdogan. Il gruppo che è al potere in Turchia prende la sua tangente e il resto di quei soldi finisce nelle casse dell’Isis. Questa operazione è in corso, sotto gli occhi degli Stati Uniti e dell’Onu. E accade ogni ora di ogni giorno. Dal Qatar e dall’Arabia Saudita poi un flusso di finanziamenti arriva all’IS ma anche ad Al Nusra e ai Fratelli Musulmani, che dopo la riconciliazione, fra Arabia Saudita e Turchia, promossa da Usa, hanno riunito i gruppi terroristici sotto il nome di Jaish al Fath, per una nuova escalation di attacchi contro la Siria.

(fonte http://www.vietatoparlare.it/chi-finanzia-lisis-in-siria/)