COSTRUIRE UNA TORCIA A LED

Nell’articolo Guida costruzione piccolo impianto fotovoltaico abbiamo visto come fare un piccolo impianto fotovoltaico, ora vediamo come costruire una torcia/lampada a led con un esempio molto semplice, una volta capito il procedimento vi permetterà di creare lampade/torce di qualsiasi dimensione.

RESISTENZE
LED
PORTABATTERIE
ALTRO MATERIALE
SERIE O PARALLELO
CALCOLO RESITENZA
INIZIAMO I COLLEGAMENTI
ESEMPI

Vediamo i materiali necessari per costruire la nostra torcia/lampada a led:

RESISTENZE
resistenze resistore

Per creare una torcia/lampada avremo bisogno di alcune resistenze (poi vedremo come trovare la resistenza che ci serve) facilmente reperibili da un elettricista che, visto il costo molto basso, probabilmente ve ne regalerà qualcuna oppure in qualche fiera di elettronica ad ottimi prezzi.

LED
led

Si possono trovare moltissimi tipi di led, un sito veramente molto fornito e di buona qualità è www.led1.de, qui potrete comprare i led che preferite.

PORTABATTERIE

portabatterieporta batterie

Come per le resistenze i portabatterie si trovano facilmente da elettricisti o in fiere di elettronica

ALTRO MATERIALE

millefori

Per finire serviranno dei cavetti elettrici, batterie, stagno e saldatore per collegare i nostri led. Consiglio anche una millefori che ci permette di creare un lavoro più “pulito”. Tutto questo è reperibile sempre da elettricisti e fiere di elettronica.

SERIE O PARALLELO

Per il nostro esempio usiamo 3 led da 3,2V e 20mA (0,02 Ampere).

Colleghiamo i nostri led in serie o parallelo?

Se collegati in serie (+ con -) i led consumeranno sempre 0,02Ampere ma avranno una tensione di 9,6Volt (3 led x 3,2V a led=9,6 V).

Se collegati in parallelo (+ con + e – con -) i led avranno sempre la tensione a 3,2V ma consumeranno 0,06 Ampere (3 led x 0,02a a led=0,06A)

Per questo esempio li collegheremo in parallelo aumentando gli ampere visto che come alimentazione useremo delle batterie AA stilo.
Se decitete di collegarli in serie i calcoli saranno sempre gli stessi, accertatevi solo che le batterie con cui gli alimenterete abbiano un valore in Volt uguale o maggiore dei led (se per esempio collegate una batteria da 9V a 10 led da 3V collegati in serie non funzionerà, perché avrete bisogno di almeno 30V, ovviamente potrete sempre collegare anche le batterie in serie per ovviare questo problema).

Proseguiamo con il nostro esempio, avendo deciso di collegarli in parallelo (aumentando gli ampere) i 3 led hanno bisogno di 3,2volt per funzionare. Visto che in questo esempio usiamo normali pile stilo AA da 1,2 volt siamo obbligati a collegarle in serie per arrivare ai 3,2V, quindi prendiamo una portabatterie (o colleghiamo in serie con dei cavetti) e mettiamo almeno 3 batterie (3 batterie x 1,2 V a batteria = 3,6V abbastanza per alimentare i nostri Led).
In questo esempio però uso un portabatterie per 4 pile, ma alla fine i calcoli saranno i soliti.

CALCOLO RESISTENZA

Con le nostre 4 batterie collegate in serie avremo 1,2Vx4=4,8Volt erogati ai nostri led..abbastanza da farli bruciare, per questo ci servirà una resistenza.

Le resistenze hanno 2 valori Watt e Ohm.

OHM= per trovare da quanti ohm ci serve la formula è:

(Vs – Vd) / I = Ohm dove Vs è la corrente di cui disponiamo (nel nostro esempio 4 batterie in serie da 1,2V=4,8V), Vd è la corrente che ci serve (nel nostro esempio 3 led da 3,2V in parallelo=3,2V) e I sono gli ampere che consumeremo (nel nostro esempio i led consumano 0,06 A) la formula sarà così:

(4,8V – 3,2V) / 0,06 = 26,6 Ohm quindi dovremo trovare una resistenza con valore più vicino a quel valore.

WATT= ci sono resistenze da 1/8 W (0,125W) da ¼, ½, 1W, per capire quale ci servirà la formula è:

(Vs – Vd) x I = W

Nel nostro esempio i led da 3,2V e 0,06A e come alimentazione 4 batterie stilo 4,8V ecco la formula:

(4,8V – 3,2V) x 0,06A = 0,096 Watt in questo caso si potrà utilizzare una resistenza da 1/8 di Watt (va bene anche una resistenza da 1/4 di Watt o più, l’importante è non usare mai una resistanza con un “Wattaggio” inferiore).

Quindi per il nostro esempio abbiamo bisogno di 1 resistenza da 26,6ohm e 1/8 Watt, dato che le resistenze non si trovano di tutti i valori quella che si avvicina di più per il nostro esempio è questa:
resistenza

è da 27ohm 1/2Watt (c’é anche da 1/8 Watt solo che non ne avevo, così ho preso questa da 1/2 Watt)

Come per le batterie e i led anche le resistenze possono collegarsi in serie o parallelo. Se collegate in serie aumenterà il vaore ohm (OHM = R1 + R2 + R3 ………ecc.), mentre se collegate in parallelo aumenteranno i Watt ma si dimezzeranno gli ohm (nel caso volete collegare delle resistenze in parallelo usate la formula Ohm = (R1 x R2) : (R1 + R2) ).

INIZIAMO I COLLEGAMENTI

Ora colleghiamo l’uscita “+” delle batterie con il “+” dei led (l’anodo del led, o “+”, lo si riconosce dal terminale più lungo, mentre il catodo “-” è quello più corto) e colleghiamo il “-” delle batterie ad una estremità della resistenza e l’altra estremità della resistenza la colleghiamo al “-” dei led:
lampada led

In questo esempio ho usato cavi “volanti” non saldati per farvi capire meglio i collegamenti da fare.

Il cavo bianco è collegato al “-” dei led poi alla resistenza e infine al “-” delle batterie
Il cavo verde è collegato al “+” della batterie e al “+” dei led.

torcia ledlampada ledtorcia led

Potrete anche collegare un piccolo interruttore molto facilmente, nello stesso modo che avete collegato la resistenza. Tra il “+” delle batterie e il “+” dei led mettete l’interruttore.

interruttorelampada led

Se mettete la resistenza sul cavo “+” e l’interruttore sul “-” non cambierà niente. Potrete anche tenere sulla stessa linea sia l’interruttore che la resistenza:

torcia led

Il principio è questo, ora potrete sbizzarrirvi con tutte le vostre idee, facendo solo attenzione alle formule cambiando i nostri valori di esempio con quello che vorrete andare a fare.

ESEMPI

Ecco un pochino di cose che ho fatto, solo per darvi un’idea, ma vi prego non fate caso alla mia scarsissima abilità artistica!

lampade torce ledlampade torce ledlampade torce ledlampade torce ledlampade torce ledlampade torce led

Fonte: http://www.planetinfo.info/energie-alternative/233-costruire-una-torcia-a-led.html

 

GUIDA COSTRUZIONE PICCOLO IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Di seguito vi descriverò come costruirsi un piccolo impianto solare per accendere una/due lampada/e per qualche ora.

 

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Vi potrebbe essere utile per una cantina, una baracca o qualsiasi altro locale di cui non necessita una luce accesa per molte ore, inoltre, se non arriva corrente al locale possiamo evitare di fare allacciamenti alla corrente elettrica, tirare fili o altro.

 

I componenti principali di cui abbiamo bisogno sono 4 e di facile reperibilità.

 

1 – Un regolatore di carica da 12/24V (quello nella foto è da 12A, significa che può supportare una corrente in entrata dai pannelli solari al massimo di 12A, per il nostro impianto + che sufficiente, andrebbe bene anche uno da 5A)

regolatore di carica

2 – Delle batterie, per il nostro esempio prendiamo una batteria da 12V 7A

batterie 12v

3 – Ovviamente dei pannelli solari, per il nostro esempio una pannellino da 5W è sufficiente

pannelli solari 5w

4 – Un inverter, quello nella foto è da 500W ma per il nostro esempio può andar benissimo anche uno meno potente

inverter 500w

Totale spesa (indicativamente)

Pannello 5W 35€

Regolatore di carica 35€

Batteria 7A 15€

Inverter 35€

Totale 120€

A questo totale dovremo aggiungere le spese per un po’ di filo elettrico (se già non l’abbiamo in casa), un paio di lampade a basso consumo (tipo da 10W) da 220v con il loro portalampade per collegarle all’inverter oppure se preferiamo possiamo utilizzare direttamente le lampade a 12v e collegarle direttamente alle batterie/regolatore di carica senza bisogno dell’inverter.

Se non sapete dove reperire questo materiale potete provare a guardare su www.ilportaledelsole.it oppure su www.fieradellelettronica.it e vedere sul calendario, presente sul sito, quando è la fiera più vicina a voi.

Ora passiamo alla realizzazione del nostro impianto, ecco un piccolo schema semplice semplice di come potrebbe essere il nostro impianto

schema

La realizzazione del progetto è molto facile ma ve la spiegherò passo passo.

Prendiamo i nostri pannelli e mettiamoli rivolti verso sud (se possibile) o dove riescono a prendere più ore possibile di luce durante l’arco della giornata. I pannelli sopportano tranquillamente qualche intemperie, comunque chiedete sempre dove li comprate se possono stare all’aperto. Se è possibile metteteli ugualmente sotto un tetto di certo non gli farà male.

Una volta fissati prendiamo i due fili che escono dal pannello, positivo (+) e negativo (-), non dovrete far altro che collegarli all’entrata del regolatore di carica (quella con il disegno dei pannelli solari).

Prendete la batteria e fate lo stesso, praticamente collegati i due fili alle due entrate del regolatore di carica dove c’è disegnata la batteria.

Ora le batterie si caricheranno e una volta cariche il regolatore staccherà la corrente in automatico per evitare di danneggiare le batterie.

Adesso potete prendere l’inverter ma lo dovrete collegare direttamente alla batteria perché non c’è bisogno di collegarlo al regolatore, infatti anche l’inverter stacca l’erogazione di elettricità in caso di scarsa corrente per evitare il danneggiamento della batteria, proprio come il regolatore di carica.

All’inverter potremo attaccare qualsiasi cosa, infatti porta la corrente da 12v delle batterie a 220v (come quella di casa), dobbiamo solo far attenzione alla potenza massima che l’inverter potrà erogare. Per esempio un inverter da 300 watt potrà accendere un bel po’ di lampadine da 20W ma non un phon…visto che generalmente sono intorno a una potenza di 1500-2000W.

Inoltre tenete conto che una batteria da 12v 7a è poco potente e quindi se attaccate un inverter da 2000w con un phon attaccato non durerà a lungo la corrente…comunque una pagina con un po’ di formule la metterò al più presto, controllate il menù in alto a sinistra.

Ora il lavoro è fatto ma se vogliamo possiamo evitare l’acquisto dell’inverter e attaccare delle luci a 12v al regolatore di carica nello spazio rimasto, quello con disegnato le luci. Mi raccomando però di collegare luci da 12v altrimenti non funzioneranno.

Un gentilissimo lettore (M.B.) che ringrazio nuovamente mi ha ricordato che sono in commercio ottime lampade a 12v da soli 3W molto luminose e abbastanza economiche, intorno ai 9€, inoltre consumando così poco possono essere utilizzate tranquillamente in alternativa alle classiche luci a basso consumo che solitamente sono di circa 15/20 W, se facciamo un piccolo conto 15w diviso 3w ci accorgiamo che quello consumato da una singola lampada a basso consumo equivale a 5 lampade a led. Se vi interessano qui potete trovarle http://stores.ebay.it/innovatech99/FARETTI-LED-/_i.html?_fsub=2318228017&_sid=1000088957&_trksid=p4634.c0.m322 o se volete potete costruirle voi comprando i led da qui: http://www.led1.de/shop/index.php?cName=samsung-led-c-227&xploidID=440895ae4a14333407372f6aad04cf51

Nessuno comunque vi obbliga ad usare solo l’inverter o le lampade a 12v collegate al regolatore. Potete collegare tutto senza problemi…batterie permettendo.

Potete aumentare la capacità delle batterie semplicemente collegandole in parallelo (+ con il + e – con il -) in tal modo aumenterete gli ampere (per es. se collego in parallelo 2 batterie da 7A avrò 7×2=14A) in pratica la quantità di corrente, ma tenete conto che più ampere vuol dire anche avere bisogno di maggiore potenza dei pannelli (anche per queste cose su come calcolare quali pannelli per quali batterie metterò una pagina, voi controllate il menù in alto a sinistra).

Lo stesso, come le batterie, lo potete fare con i pannelli, infatti se li collegate in parallelo aumenteranno gli ampere prodotti. Diversamente se li collegherete in serie (+ con – e – con il +) aumenteranno i volt

Esempio se avete 2 pannelli da 0,5 ampere e li collegate insieme avrete 1A prodotto.

Bene il grosso è fatto.

Se avete dubbi o consigli mandatemi pure una e-mail.

QUALE PANNELLO SOLARE

attenzione, questa sezione è solo per darvi un’idea, considerate che con il passare del tempo queste tecnologie subiranno grandi variazioni.

 

I pannelli solari possono essere:

 

– in silicio monocristallino

– in silicio policristallino

– o thin film chiamato anche amorfo

 

Vediamo i pregi e difetti di questi tre tipi di pannelli

 

SILICIO MONOCRISTALLINO

Pannello Monocristallino significa che ogni cella è formata da un singolo cristallo di silicio.

PRO

– E’ il pannello che presenta il miglior rendimento per mq

– Occupa meno spazio rispetto agli altri tipi di pannelli, ideale per chi ha uno spazio di posa limitato

CONTRO

– Prezzo elevato

 

 

SILICIO POLICRISTALLINO

Pannello Policristallino (chiamato anche multicristallino) significa che ogni cella è formata da un insieme di più cristalli di silicio, vengono realizzati partendo dal silicio riciclato. Questa minor purezza è la causa di un rendimento inferiore. Per farvi un esempio per avere la stessa potenza rispetto al monocristallino devono occupare il 10% circa di spazio in più.

 

PRO

– Costano meno rispetto al monocristallino

CONTRO

– Occupano più spazio

 

THIN FILM O AMORFO

In questo caso si parla di modul, sono formati da uno strato sottilissimo di silicio cristallino applicato su una lastra di vetro.

 

PRO

– Sono flessibili

– A temperature molto alte rendono meglio rispetto ai modelli precedenti

– In condizioni di basso irraggiamento (tipo nebbia o nuvoloso) rendono meglio rispetto ai modelli precedenti

 

CONTRO

– Prezzo elevato, costano circa come il monocristallino

– Rendono la metà del monocristallino eccetto nelle condizioni che ho riportato nei pregi

Ora sta a voi scegliere quale pannello solare è adatto alle vostre esigenze.

Per finire vi riporto alcune formule che potrebbero tornarvi utili

 

FORMULE UTILI

Calcolare la potenza in Watt di una batteria:

V x A = W

Per esempio se abbiamo una batteria da 12V 7A i W saranno 12×7=84W, questo vuol dire che la batteria potrà erogare 84W per un’ora poi sarà scarica.

 

Calcolare quanti Ampere eroga il nostro pannello:

V / W = A

Per esempio se abbiamo un pannello da 12V 5W gli ampere saranno 5W / 12V = 0,416A

 


Calcolare quanto tempo impiega un pannello per caricare una batteria:

Ipotizziamo di avere la nostra batteria da 12V 7A, cioè 84W e un pannello da 5W. La formula sarà la seguente

Wbatteria / Wpannello=Ore di carica necessarie

84W / 5W = 16,8 ore

ovviamente le ore sono intese mentre il pannello è al massimo carico, questo vuol dire che se c’è nuvolo le ore necessarie per la carica saranno notevolmente maggiori.

Possiamo anche fare questo calcolo con gli ampere. Prendiamo i due esempi precedenti, abbiamo un pannello che eroga 0,416Ah (Ah significa ampere ora) e una batteria da 7A quindi usiamo questa formula:

Abatteria / Apannello = ore di carica necessaria

7A / 0,416A = 16,8 ore

 

Calcolare quanto tempo può una batteria tenere accesa una lampadina:

Wbatteria / Wlampadina = ore di accensione

Prendiamo sempre la nostra batteria di esempio da 84W e una lampadina a basso consumo da 20W come esempio, ecco la formula:

84W / 20W = 4,2 ore di accensione e poi la nostra batteria sarà scarica

 

Calcolare quale resistenza mettere:

V / A = Ohm (resistenza)

Ma la cosa migliore in caso di tensioni basse (tipo se state facendo delle lampade a led) è questa:

(Vs – Vd) / I = Ohm dove Vs è la corrente di cui disponiamo (per esempio una batteria da 9V), Vd è la corrente che consumeremo (per esempio un led che di solito consuma di 3V) e I sono gli ampere che consumeremo (per esempio ammettiamo che il nostro led consuma 0,02 A) la formula sarà così:

(9V – 3V) / 0,02 = 300 Ohm quindi dovremo trovare una resistenza con valore più vicino al 300.

 

Calcolare la potenza della resistenza:

Le resistenze oltre al valore in Ohm, sono caratterizzate anche dalla potenza in watt, si trovano resistenze da 1/8 di W (0,125W) da ¼, ½, 1W, quindi come calcolare di quale resistenza avremo bisogno? Ecco come faremo:

(Vs – Vd) x I = W

Ipotizziamo di avere un led da 3V e 0,02A e come alimentazione una batteria da 9V ecco la formula:

(9V – 3V) x 0,02A = 0,12 W in questo caso si potrà utilizzare una resistenza da 1/8 di Watt

Fonte: http://www.planetinfo.info/energie-alternative/3-guida-costruzione-piccolo-impianto-fotovoltaico.html

Aquaponic System

Si tratta di un’applicazione pratica nata una ventina d’anni fa, un ibrido che coniuga l’acquacoltura, ovvero l’allevamento ittico, e l’idroponica, ovvero la coltivazione di piante in acqua.

L’acquaponica rende inutili il filtro per l’acqua e il fertilizzante per la piante, trasformando l’impianto in un mini-ecosistema autosufficiente in cui i rifiuti vengono riciclati dalle radici, che filtrano così al contempo l’acqua.

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Conservare i semi di fagiolo

Come conservare i semi di fagiolo


Conservare i semi di fagiolo sarà  sicuramente un’attività che troverete semplice e gratificante e non c’è cosa più fresca e naturale del sapore di un tenero fagiolino verde appena raccolto.

Generalmente nei nostri giardini si coltivano 4 varietà di fagiolo:

1 Fagiolini

Sono i baccelli giovani del fagiolo che vengono raccolti prima del loro sviluppo. Hanno proprietà  diverse dai legumi più simili a quelle di un ortaggio.

2 Fagioli dall’occhio

Di colore bianco o crema, presentano un piccolo anello nel punto di attacco del baccello al seme.

 

Fagioli di Lima

Piatti e di colore bianco o tendente al viola, sono originari dell’America del sud ed hanno un gusto molto saporito.

 

Fagioli da essiccazione

Sono le varietà che generalmente troviamo nei negozi di alimentari in grandi sacchi: fagioli neri, fagioli cannellini, fagioli borlotti, ecc.

Conservare i semi

La prima cosa da fare se volete ottenere ottimi semi sarà quella di lasciare maturare i fagioli completamente sulla pianta. I fagioli cresceranno fino a diventare grandi e sempre più coriacei e poco adatti ad essere mangiati. Entro la fine della stagione il fagiolo somiglierà ad una maracas: agitando il baccello sentirete il rumore dei fagioli secchi al suo interno. Questo è il momento giusto: apriteli e togliete i fagioli secchi. Riponeteli in un piatto per una giornata in modo da essere sicuri che siano ben asciutti poi in una busta etichettata e conservateli in un luogo fresco e buio.

Suggerimenti

Selezionate le piante più sane e prolifiche per ottenere le semenze e ricordate questa semplice formuletta: piante sane = semi sani = piante sane stagione successiva.

Inoltre, una volta che saranno secchi selezionate solo i fagioli migliori: scartate quelli di piccole dimensioni, quelli rugosi e quelli rotti.

Fonte: http://www.greenme.it/approfondire/guide/3125-come-conservare-i-semi-del-tuo-orto-?start=1

La stevia: il dolcificante naturale alternativo allo zucchero a calorie zero

Esiste in natura una pianta, la stevia,  che è un vero e proprio dolcificante naturale a zero calorie Non tutti sanno, infatti, che lo zucchero industriale moderno non fa male solo a diabetici, arteriosclerosi o soggetti con malattie cardiovascolari, ma fa male a tutti! La dolcissima polvere bianca che in tutto il mondo si assume con una certa regolarità è, infatti, altamente tossica e la sua continua assunzione può portare danni fisici, psichici e ovviamente una forte dipendenza.

La lavorazione che rende la barbabietola prodotto finale è incredibilmente “raffinata” tanto da fargli cambiare colore attraverso coloranti chimici, sottrargli sostanze vitali e vitamine. Inoltre, per fardigerire questa sostanza sintetica che di naturale non ha nulla, il nostro organismo è costretto a farsi rubare massicce dosi di sali minerali per riuscire ad assimilarlo con il conseguente indebolimento del fisico. Purtroppo però la natura nociva di questa sostanza non viene  pubblicamente poiché metterebbe K.O. l’intera industria dello zucchero delle multinazionali che la producono.

Un libro da leggere, per poter meglio comprendere quanto lo zucchero sia dolcesolo in apparenza, è “Sugar Blues – Il Mal di Zucchero” di William Duffy. Un’opera che è un vero e proprio manifesto di denuncia in grado di farci vedere con altri occhi quello che c’è effettivamente dietro alla produzione di questo diffusissimo dolcificante che, a detta dell’autore, “ci uccide dolcemente”.

La Stevia rebaudiana, invece, è una piccola pianta erbaceo-arbustiva, originaria delle montagne tra Paraguay e Brasile che, al contrario dello zucchero bianco raffinato è completamente naturale che potrebbe rappresentare la soluzione ideale, soprattutto per diabetici e obesi. La stevia nella sua forma naturale, oltretutto, è circa 10/15 volte più dolce del normale “zucchero da tavola” e, se estratta dalle foglie arriva addirittura ad aumentare il suo valore dolcificante dalle 70 alle 400 volte. Senza troppi giri di parole è, pertanto, il dolcificante naturale più potente al mondo.

 

Vi starete chiedendo, molto presumibilmente, come mai non ne abbiate mai sentito parlare prima d’ora? Semplicissimo, perché la sua vendita in Europa è illegale! Nel 1999 la Commissione sugli Additivi nei Cibi dell’OMS e il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell’Unione Europea, segnalarono la pericolosità della stevia come additivo alimentare, poiché un suo metabolita, losteviolo, si era rivelato cancerogeno. Conseguentemente nel febbraio 2000 la Commissione Europea, seguendo le opinioni del Comitato Scientifico per gli Alimenti – SCF, ha deciso che la Stevia rebaudiana (pianta ed estratti secchi) non può essere immessa nel mercato come alimento o come additivo alimentare.
Nel 2004 un gruppo di ricercatori belgi ha organizzato un simposio internazionale sulla sicurezza dello stevioside in cui è stata smentita la sua cancerogenicità, anche perché questa sostanza non verrebbe assorbita direttamente dall’intestino, ma degradata dai batteri del colon a steviolo e in gran parte eliminata con le urine. Tanto più che le dosi di assunzione alimentare sono infinitamente inferiori rispetto a quelle utilizzate dagli studi. Esaminando i dati disponibili dai paesi che ne fanno uso anche come infuso, la FAO e l’OMS hanno così stabilito una dose massima giornaliera di 2 mg/kg peso corporeo di steviolo. Questo limite, nello studio della FAO, ha un fattore di sicurezza 200, ossia è 200 volte inferiore alle quantità assimilate senza rischi dai soggetti di studio.

Ipotizzando, quindi, potremmo facilmente dedurre che un dolcificante libero, economico e completamente privo di controindicazioni recherebbe danni ad una grande fetta del mercato globale. Conseguentemente, inoltre, la tanto cara industria farmaceutica troverebbe molto meno lavoro da fare. Le caratteristiche principali della stevia sono infatti quanto mai sorprendenti:

  • Non causa diabete
  • Non contiene calorie
  • Non altera il livello di zucchero nel sangue
  • Non ha tossicità
  • Essendo priva di zuccheri non provoca carie e placca dentali
  • Non contiene ingredienti artificiali

Insomma, è piuttosto chiaro quanto meno “lavoro” potrebbe creare una sua libera compravendita.Vietandola, invece, le multinazionali della chimica avranno un nemico in meno e noi – semplicemente – qualche malattia in più.

Negli Stati Uniti fortunatamente, dopo una lunga battaglia, si è riusciti ad ottenere l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration. Anche se viene ammesso l’uso esclusivamente come integratore dietetico e non come ingrediente o additivo naturale, il consumo di stevia sta aumentando considerevolmente. Nel vecchio continente, almeno, la sua coltivazione non è fuori legge e quindi andando su specifici siti americani (www.stevia.net) o recandosi in un paese non appartenente all’Unione Europea (come ad esempio la vicina Svizzera) la si può comprare, importare e far crescere liberalmente.

Il costo di una pianta di stevia è all’incirca pari a 3 dollari ed è talmente adattabile che la si può farcrescere un po’ ovunque, anche nel vostro balcone di casa. Basta che gli venga fornita abbondante quantità di umidità e luce solare. Il terreno per le piante in vaso dovrebbe essere un miscuglio di torba bionda e torba scura (rapporto 60% e 40%), con l’aggiunta di un elemento inerte (pomice, polistirolo espanso sbriciolato etc…) per consentire un buon drenaggio delle radici.

Il valore del pH dovrebbe aggirarsi intorno a 6-7. La stevia ha una crescita ed una fotosintesi molto veloce, pertanto un buon concime naturale è quasi indispensabile, poiché per il suo corretto utilizzo è molto importante che produca foglie molto grandi. La raccolta è raccomandata in tardo autunno e anche essa è semplicissima. Infatti, occorre solamente tagliare i rami e successivamente togliere le foglie. Una volta fatto questo, metterle ad essiccare appaiandole in mazzetti. Arrivate al momento della perfetta essicazione non resta che sbriciolarle finemente (per fare questa operazione va benissimo un normale mixer da cucina) e conservarle mettendole in un barattolo di vetro ben asciutto a tenuta ermetica. D’ora in poi potrete usare la stevia e le sue qualità dolcificanti dove, come e quando volete.

E’ possibile anche trasformare la stevia in estratto liquido. Il procedimento, in questo caso, è un po’ più elaborato, ma nulla di impossibile. Mettete le foglie fresche o secche in un litro di alcol a 95° e lasciatelo macerare per 12 giorni (o 15 nel caso abbiate optato per le foglie fresche); successivamente basterà filtrare la soluzione e diluire l’alcool aggiungendo acqua nella proporzione di ½ litro d’acqua per litro di alcool. Se l’estratto liquido vi risulterà con un sapore troppo eccessivo di alcool potrete riscaldare la soluzione a fuoco lento in modo tale da farlo evaporare. Ottenendo questo composto potrete utilizzarlo nella medesima modalità di quello in polvere. 15 ml di estratto sonopari al potere dolcificante di circa 1kg di zucchero e 1 goccia equivale a circa 1,5 cucchiaini di zucchero… ricordando sempre che il suo contributo calorico è nullo!

Infine, suggeriamo anche di provare a farci una grappa. Occorre un litro di grappa bianca a 40° e circa 50 foglie di stevia che andranno inserite nella bottiglia e lasciate immerse per 30 giorni. A questo punto filtrate il tutto, facendo riposare la grappa per ulteriori 30 giorni prima di berla.

La stevia è un dolcificante naturale facile da coltivare e da consumare che non fa male se non alle multinazionali.  Ma come si dice… basta un poco di …stevia e la pillola va giù!

Alessandro Ribald

Fonte: http://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/2229-la-stevia-il-dolcificante-naturale-alternativo-allo-zucchero-a-calorie-zero-

 

Back to the roots – funghi in scatola a casa

The Back to the Roots’ grow-at-home mushroom kit lets you grow up to 1 1/2 lbs of gourmet, tasty oyster mushrooms in as little as 10 days…right from the box!

 

Features

  • Grow up to 1 1/2 lbs of tasty pearl oyster mushrooms
  • Multiple crops (at least 2, though some have got up to 4!)
  • Grow your first crop in as little as 10 days!
  • Just 3 Easy Steps – Open, Mist, and Harvest (spray mister included).
  • All indoors – just set on a kitchen window sill and mist twice a day (mister included)
  • The soil inside is 100% recycled coffee grounds – safe & sustainable
  • 100% Satisfaction Guaranteed

Fonte http://www.bttrventures.com/Easy-to-Grow-Mushroom-Garden_p_8.html

Insetticidi e fertilizzanti naturali

Insetticida spray al sapone di Castiglia

Questo ineguagliabile sapone naturale, a base di olio di oliva, è utilissimo per realizzare un efficaceinsetticida spray. Dopo aver riempito un contenitore spray con acqua aggiungete un cucchiaio disapone di Castiglia, un pizzico di pepe, uno di aglio in polvere e per finire qualche foglia di menta piperita. Agitate bene e il vostro repellente contro afidi e cocciniglie è pronto all’uso.

 Insetticida spray all’aglio 

L’aglio è un potente repellente naturale, capace di scoraggiare tantissimi insetti e spingerli verso altre mete. Per preparare il nostro insetticida frulliamo una testa di aglio e qualche chiodo di garofano insieme a due tazze di acqua, fino ad ottenere un composto molto fine. Lasciamolo riposare per un giorno e mescoliamolo poi in circa 3 litri d’acqua. La miscela così ottenuta potrà essere vaporizzata, con uno spruzzatore, direttamente sulle foglie delle nostre piante.

Aglio 2

Basta prendere 3/4 spicchi di aglio tritato e unirli a un paio di cucchiaini di olio minerale. Fatto questo, lasciate riposare la composizione una notte e dopo di che toglierete i pezzettini d’aglio dall’olio. A questo punto aggiungendo un bicchiere di acqua e un cucchiaino di sapone biodegradabile otterrete una miscela letale per insetti. I composti dell’aglio (vale a dire il disolfuro diallile e il trisolfuro diallile), infatti, sono irritanti e mortali per la maggior parte dei parassiti. Unica precauzione: non applicate questo “unguento magico” nelle ore più calde o durante giornate con il cosiddetto sole che spacca le pietre. L’olio potrebbe bruciare e rovinarvi la pianta.

 

 Thè all’ortica

Quante volte vi sarà capitato distrattamente di sfiorarla e di ritrovarvi in breve tempo con quel fastidioso prurito? Beh l’ortica non è solo irritante e può dimostrarsi un’ottima alleata per le vostre coltivazioni.  Munitevi di un robusto paio di guanti da lavoro e  raccogliete un po’ di piante di ortica. Mettetele a macerare in un secchio ricoprendole d’acqua e lasciatele riposare per almeno una settimana. Passato questo tempo il vostro nuovo concime liquido 100% biologico è pronto per l’uso.

Insetticida spray al pomodoro 

Le foglie di pomodoro sono ricche di alcaloidi, ottimi come repellente per molti afidi, vermi e tarme. Riempite due tazze con foglie di pomodoro tritate e aggiungete dell’acqua. Lasciate riposare per almeno una notte e poi diluite il composto ottenuto con altre due tazze di acqua e il gioco è fatto. Ora potete vaporizzare sulle vostre piante. Tenete il repellente lontano dagli animali domestici poiché può essere tossico.

 Gusci d’uovo

I gusci d’uovo sono un interessante ingrediente per il nostro giardino con una doppia utilità: possono, infatti, essere considerati un ottimo concime e anche un magnifico repellente. Possono essere utilizzati sia in pezzi sia finemente tritati. Se tritati potete spolverare la base delle vostre piante con la polvere ottenuta. Se invece li utilizzate a pezzi, create una sorta di anello alla base dei vegetali: questa barriera può dissuadere sia le lumache sia alcuni bruchi.

 Trappole alla birra 

Mettete un po’ di birra in un sottovaso alto o in un bicchierino dello yogurt, (che andrà sotterrato fino al bordo) e vedrete che al mattino molte lumache vi saranno cadute dentro annegando. Lo so, potrebbe sembrare crudele, ma è l’unico modo per salvare le vostre piante.

Ci raccomandiamo però di fissare il recipiente un centimetro circa sotto il livello del suolo, in modo tale che il mollusco sporgendosi potrà finirci dentro. Metterlo allo stesso livello del terreno vorrebbe dire aver offerto un giro di birra al simpatico animaletto cornuto che, dissetato, potrò poi tornare a concludere l’happy hour sulla vostra pianta!

Concimare con i fondi di caffè 

Se siete amanti del caffè e ne consumate in quantità industriale non gettate i fondi usati. Sono un’ottima fonte d’azoto per il terreno. Aggiungeteli al vostro compost oppure spargeteli direttamente al suolo.

Insetticida spray al peperoncino 

Anche il peperoncino è un’ottimo repellente naturale contro i parassiti. Per preparare il vostro spray frullate ad alta velocità per circa due minuti 6-10 peperoncini con due bicchieri di acqua. Lasciate riposare per la notte il composto così ottenuto. L’indomani filtrate la polpa e versate il liquido nello spruzzatore aggiungendo un bicchiere di acqua.

Concimare con l’erba 

Il vostro prato non è bello e verde come vorreste? Non preoccupatevi basta una semplice accortezza: quando tagliate l’erba non raccoglietela ma lasciatela sul terreno, sarà una preziosa fonte di azoto. L’erba appena falciata, infatti, essendo molto corta si decompone rapidamente arricchendo di nutrienti il suolo e rendendo il vostro prato sicuramente più rigoglioso.

 

Se, invece, le vostre piante sono state attaccate da qualche specie di fungo. Il consiglio e spruzzarci sopra del latte. E’ un ottimo fungicida e previene la crescita di iodio.

 

Problemi di muffa? Una bella spruzzata di bicarbonato di sodio e il problema è risolto. Il bicarbonato distrugge le spore fungine, impedendo loro di germinare.


 

Usi alternativi dell’aceto

IN GIARDINO:

  • Bilancia il PH del terreno: aggiungete un bicchiere d’aceto a un secchio (circa 5 litri) d’acqua quando irrigate.
  • Debella le erbacce che crescono tra le fessure dei muri, o tra le piastrelle del giardino: innaffiate la zona con dell’aceto
  • Allontana gli insetti: gettate l’aceto sulle aree infestate dalle formiche, le farà emigrare altrove

IN CASA:

  • Elimina gli odori dalla “schiscetta” (il contenitore per il pranzo): immergete un pezzo di pane nell’aceto e poi lasciatelo per una notte nel vostro lunch box
  • Rimuove le macchie e gli odori dalle mani: inumiditele con l’aceto e strofinatele dopo aver tagliato della cipolla o dell’aglio
  • Allevia il mal di gola: mescolate un cucchiaino d’aceto e uno di miele in un bicchiere d’acqua e bevete
  • Versato su un panno pulisce: rubinetti, taglieri, porte della doccia, acciaio inossidabile, piani di lavoro, portasapone e residui di sapone, frigorifero, ecc…
  • Libera le tubature e i filtri della lavastoviglie: una volta al mese aggiungete l’aceto al ciclo di lavaggio normale
  • Pulisce e sgrassa perfettamente gli elettrodomestici della cucina
  • Rimuove gli accumuli di calcare dal bocchettone della doccia o dai filtri dei rubinetti: immergerli in una soluzione di acqua e aceto (un quarto di aceto su una parte d’acqua)
  • Pulisce e rinfresca i tappeti: utilizzate pari quantità di acqua e aceto e strofinate
  • Libera le tubature dagli ingorghi: utilizzate pari quantità di bicarbonato e aceto, mescolate e fate scendere per gli scarichi
  • Rimuove la colla residua delle etichette: inumidite la parte da trattare con poco aceto
  • Rimuove le macchie e gli odori dai materassi: bagnate con poco aceto e bicarbonato e strofinate
  • Elimina lemacchie di vernice dai vetri delle finestre: applicate su un panno e strofinare
  • Migliora l’adesione della pittura alle pareti: applicate sul muro prima di tinteggiare

SUI VESTITI

  • Elimina i pelucchi dai vestiti: aggiungete mezzo bicchiere d’aceto di mele al risciacquo della lavatrice (renderà anche i colori più brillanti e sostituirà l’ammorbidente)
  • Elimina l’odore di fumo dai vestiti: aggiungete mezzo bicchiere d’aceto di mele al risciacquo della lavatrice o nella bacinella per il lavaggio a mano
  • Rimuove le gomme da masticare attaccate agli abiti: inumidite la parte con l’aceto, lasciate agire e strofinate

RIMEDI NATURALI

  • Favorisce la digestione, secondo la saggezza popolare: aggiungete un cucchiaio di aceto di mele ad un bicchiere d’acqua e bevete prima dei pasti
  • Allevia le congestioni nasali, il raffreddore: aggiungete mezzo bicchiere d’aceto all’umidificatore
  • Aiuta a ridurre la forfora: aggiungete un bicchiere d’aceto di mele al risciacquo dei capelli
  • Allevia i dolori da scottature: applicate delicatamente un batuffolo di cotone imbevuto d’aceto sulla pelle
  • Sostituisce egregiamente il dopobarba: applicate dopo la rasatura dell’aceto di mele (senza esagerare, se volete avere dei rapporti sociali)
  • Cura la pelle grassa: fate una pasta con miele, farina e aceto e applicate sui brufoli prima di andare a dormire (lasciate seccare, prima di coricarvi!) e rimuovete al mattino
  • “Crema da notte” all’aceto: riunite un bicchiere d’olio extra vergine d’oliva, un quarto di bicchiere di aceto di sidro di mele e un quarto di bicchiere d’acqua, mescolate e applicate sul viso pulito. L’olio fornisce nutrimento alla pelle, mentre l’aceto si occuperà delle cellule morte, delle macchie e dei batteri

CON I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE:

  • Allevia e cura gli eventuali parassiti degli animali: spruzzate nelle orecchie e sul mantello
  • Elimina le macchie di urina del cane dal prato, che ingialliscono l’erba: aggiungete un cucchiaio di aceto alla ciotola dell’acqua del vostro cane
  • Neutralizza gli odori degli animali domestici: potete pulire la lettiera del gatto, disinfettare dove Fido ha fatto i suoi bisogni,
  • Tiene lontani i parassiti dai vostri animali: pulite le ciotole del cibo e dell’acqua degli animali con l’aceto

 

Ilaria Brambilla

Fonte: http://greenme.it/abitare/eco-fai-da-te/3877-aceto-30-usi-alternativi-

 

Detersivi fai-da-te: come autoprodurre il sapone per la lavatrice (liquido e in polvere)

Lunedì 06 Giugno 2011 11:21    Scritto da KIA – Carmela Giambrone
Fonte: http://www.greenme.it/consumare/detergenza/5076
La maggior parte dei prodotti per il candeggio poi contiene perborato di sodio, che rilascia sali dannosi per la salute, la fauna acquatica e anche i tessuti. Meglio optare per il percarbonato di sodio, che ha la stessa funzione ma è meno nocivo. Al posto dei disinfettanti (come per esempio la candeggina così largamente ed irresponsabilmente usata!), si possono usare aceto ed oli essenziali(lavanda, rosmarino, limone e tea-tree) che possono benissimo sostituire i tradizionali disinfettanti.

Se poi pensiamo alle nostre nonne una volta loro usavano la cenere che trasformavano in lisciva per lavare i panni, solo dopo è arrivato il sapone di Marsiglia ed il sapone fatto in casa con grassi animali che derivavano dalla macellazione casalinga (soprattutto di maiali) ma con il boom economico degli anni 50-60 la casalinga ha fatto la fantastica conoscenza con quella che sarebbe diventata la sua migliore alleata ed amica: la lavatrice e con essa il suo magico ed inseparabile compagno, ildetersivo per lavatrice prodotto su larga scala, polvere tuttofare che prometteva di rendere tutto bianco, lucente e come nuovo!

Ma da qualche tempo tutti noi ci siamo iniziati a chiedere cosa contengano davvero le cose che usiamo e soprattutto come esse si ripercuotano poi sull’ambiente in cui tutti noi viviamo.

Ecco allora il mercato che si trasforma sempre pronto a cogliere segnali di cambiamento ed ecco così la nascita di palline miracolose che solo grazie al loro movimento rendono magicamente lindo il nostrobucato, le noci del sapone perfettamente biodegradabili o la lisciva (fatta però industrialmente!) richiamo di tempi passati.

Per quanto però tutti questi prodotti abbiano effettivamente un ridotto impatto ambientale, se paragonati ai detersivi classici presenti sul mercato, non possiamo non chiederci quali risultati diano davvero?

In cerca di un buon sostituto del detersivo per bucato da usare in lavatrice e che magari fosse anche handmade (all’insegna della riduzione del nostro impatto sull’ambiente e dell’autoproduzione forma di indipendenza che non solo ci dona autonomia, anche di pensiero ma che ci rende liberi di scegliere!) e dopo aver provato le noci del sapone (per nulla soddisfacenti dal mio-e non solo- punto di vista!), la lisciva (che mi ha soddisfatto solo in maniera parziale visto che le macchie più difficili rimanevano lì tali e quali anche dopo il lavaggio!) ed il sapone di marsiglia grattugiato (difficilissimo da trovare e che però spesso rendeva necessario un extra risciacquo in quanto non si scioglieva perfettamente!) ora mentre attendo la stagionatura dei miei bei sapononi all’olio d’oliva e mentafatti in casa mi sono imbattuta nella ricetta di Soule Mama (poi rivista danatixdelinquere ) della sua fantastica polvere per bucato e del suo “derivato” detersivo liquido fatta in casa!

Così come esimersi dalla sperimentazione?

Eccomi allora pronta all’autoproduzione: la prima ricettina è veloce e pratica;  carta, penna e una volta reperiti gli “ingredienti magici” voilà il sapone per bucato in polvere per lavatrice handmade è pronto!

1) DETERSIVO PER LAVATRICE IN POLVERE fai-da-te

detersivo_in_polvere_fai-da-te

Servirà:

    • 1) sapone di marsiglia vegetale da grattugiare pian pianino! (come accennato precedentemente il sapone di marsiglia è molto difficile da trovare perché non deve contenere Sodium Tallowate, il cosiddetto sego bovino, si tratta del grasso saponificato ottenuto dagli scarti di macellazione, quindi un grasso animale. Questo sgradevole ingredienti si trova in quasi tutti i saponi per il viso e per il corpo oltre ad essere contenuto in tutti i saponi da bucato.Tra gli altri ingredienti troviamo poi il Sodium Palmate e Sodium Palm kernelate, si tratta rispettivamente di grassi saponificati da palma e da noccioli di palma. Sebbene siano grassi vegetali, dal punto di vista ecologico non sono poi così accettabili o ancora fosfati e profumi.

      Il vero sapone di Marsiglia dovrebbe essere fatto con olio d’oliva, che nell’INCI si riconosce dal nome Sodium Olivate e sarà questo l’ingrediente da ricercare.

      Sicuramente tra gli altri ingredienti non mancheranno l’EDTA, un sequestrante onnipresente e molto dannoso. A questi poi aggiungiamo limonene, citral, e come detto profumi in genere. Tutti prodotti di natura sintetica; io uso quello dell’almacabio ma anche quello di Officina Naturae o della Ecor sono perfetti.

      Si trovano in tutti i negozi di prodotti eco-bio). Un’ottima alternativa è quella di farsi il sapone da sé, esattamente come faccio io (utile per questo il gruppo “Sapone E autoproduzioni” di Veggie per info e consigli utili! )

    •  bicarbonato di sodio
    • carbonato di sodio (soda x bucato e non soda caustica!!!)

facoltativa (per potenziare!):

  •  borace (io non l’ho messa e ho trovato che sia già ottimo così!) Mescolare tutto insieme in proporzioni 2:1:1(:1) e porre in un barattolo a chiusura ermetica; di tanto in tanto scuotere per bene il barattolo x evitare la sedimentazione del sapone in fiocchi.

Da usare in dose: mezza tazza per un pieno carico usando in più dell’aceto bianco come ammorbidente e se volete qualche goccia di olio essenziale sciolto in un cucchiaio di alcool alimentare a 95° ….e altro che “bianco che più bianco non si può”!

 

Provato dalla sottoscritta e… responso?

Ottimo: a freddo, 40°C, 60°C (eco per chi ce l’ha) risultati ottimi sia con gli scuri che con i bianchi che con i colorati….ma io lo aggiungo direttamente nel cestello e non nel cassetto del sapone della lavatrice!

Wonderful!

Se avete macchie persistenti (incrostate, vecchie o di erba) il consiglio è fare come al solito: pretrattate con sapone di Marsiglia direttamente sulla macchia!

Occhio a non usare il prodotto sulla lana (per me problema inesistente dato che sono vegan!) perché la soda non ci và molto d’accordo!

2) DETERSIVO LIQUIDO PER LAVATRICE fai-da-te.

detersivo_liquido_lavatrice

Ovviamente poi ho provato anche la ricetta per chi (come me) vuole invece il detersivo liquido al posto di quello in polvere, che preferisco perché trovo molto più comodo (semplice come quello in polvere ma ci vuole un pochino più di tempo per prepararlo!)

Ingredienti:

  • sapone Marsiglia
  • soda x bucato
  • bicarbonato
  • acqua distillata fredda
  • acqua distillata calda

ed o.e. a piacere

in proporzioni:  2: 1: 1: 4: 3.

il da farsi è semplicissimo, basta grattugiare il sapone, unirlo all’acqua calda facendolo sciogliere in un pentolino a fiamma bassa per benino quindi a fuoco spento aggiungere la soda e il bicarbonato e rimestare con un cucchiaio di legno facendo sì che non si formino grumi ed avendo l’accortezza di dare anche qualche colpetto con il frullatore ad immersione se necessario quindi travasare il tutto in un contenitore per detersivo assolutamente riciclato, aggiungere l’ acqua fredda e alcune gocce dell’o.e. scelto e scuotere con forza per qualche minuto lasciandolo infine riposare per qualche ora.

In caso si rendesse necessario poi diluirlo ulteriormente con acqua fredda e scuotere nuovamente.

Ottimo soprattutto per lavaggi brevi e a freddo (quelli che preferisco, dato che non faccio il meccanico!) perché non crea problemi di residui o non ha necessità di extra risciacqui!

Da usare in dose: un misurino del flacone riciclato (1 tappo) per pieno carico.

Anche in questo caso è possibile usare l’aceto bianco come ammorbidente e l’olio essenziale sciolto in alcool alimentare a 95° per profumare.

In definitiva il mio consiglio è pensare sempre al post-vita in tutto ciò che utilizziamo e pensare all’impatto ambientale che esso ha sull’ambiente. Altra cosa da non dimenticare è che quello che usiamo possiamo non solo autoprodurcelo (all’insegna delle 3R:riduci riusa ricicla!) ma anche migliorarlo adattandolo così perfettamente alle nostre esigenze!

Un esempio? produrre una determinata quantità di detersivo magari in un paio d’ore un giorno che abbiamo un po’ dì di tempo libero per poi averlo sempre disponibile nelle successive settimane!

E buona autoproduzione!

Kia – Carmela Giambrone