Concetto di libertà e democrazia – La fine della diversità di pensiero – parte prima

Stavo seguendo vari dibattiti radiofonici dove si valutavano i pochi regimi autoritari ancora esistenti e quanto questi siano senza democrazia e libertà.

Prendo spunto dalle parole di un film per esprimere il mio pensiero:

“Perché siete tanto anti-dittatori? Immaginate America come dittatura: potreste lasciare a uno per cento di popolo tutta ricchezza di nazione, potreste fare vostri amici ricchi più ricchi tagliando loro tasse e pagando cauzione quando perdono al gioco. Potreste ignorare esigenze di poveri come salute e istruzione! Vostri media sembrerebbero liberi, ma segretamente controllati da una persona e da sua familia! Potreste intercettare telefoni! Potreste torturare stranieri prigionieri! Potreste avere elezioni truccate! Potreste mentire su perché vai a fare guerra! Potreste riempire le prigioni con un gruppo razziale di un certo tipo e nessuno protesterebbe! Potreste usare i media per spaventare il popolo, in modo che appoggi politica che va contro i loro stessi interessi! Lo so che è difficile per voi americani da immaginare, ma provateci, dai! (Generale Aladeen)”

Per libertà s’intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un’azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla.

Secondo una concezione non solo kantiana, la libertà è una condizione formale della scelta che, quando si tramuterà in atto, in azione concreta, risentirà necessariamente dei condizionamenti che le vengono dal mondo reale, sottoposto alle leggi fisiche necessitanti, o da situazioni determinanti di altra natura.

Ecco questo è il punto noi siamo stati manipolati per credere di essere liberi…

Ma chi ci manipola? il sistema. Cioè un’unità funzionale costituita da più parti interagenti. Le multinazionali, che hanno come unico obiettivo il profitto ai propri soci e che hanno mezzi finanziari e capitali maggiori di molti stati; i governi, ormai emanazione delle multinazionali, il modello capitalistico con la massimizzazione del profitto e del mercato senza regole.

Siamo schiavi inconsapevoli che lavorano fino alla morte incanalati in ideali inesistenti costruiti da quelli che ci vogliono schiavi.

Sono affezionato alla teoria che alla base di tutto ci sia la natura umana: infatti i sostenitori della tesi del Capitalismo perenne affermano che il continuo tentativo di migliorare le proprie condizioni di vita (e quindi anche economiche) a discapito di altri soggetti o di altre comunità faccia parte del naturale comportamento dell’uomo e sono dunque convinti che il capitalismo – inteso come attitudine umana all’arricchimento personale o della propria comunità (generalizzando, il miglioramento delle proprie condizioni di vita) attraverso il concentramento di risorse universalmente limitate e quindi di valore – sia sempre esistito e continuerà a esistere, nonostante si sia manifestato sotto forme differenti nella storia.

Allora in questa ottica come si collocano il concetto di libertà e di democrazia?

La democrazia, ovvero il sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall’insieme dei cittadini che ricorrono ad una votazione, è un palliativo. Anche se fossimo liberi di votare chi vogliamo, i soli condizionamenti esterni posti da chi manipola i sistemi di comunicazione (mass media) farebbero scegliere il candidato più idoneo al sistema. E’ veramente difficile in un sistema condizionato come questo diventare consapevoli delle manipolazioni alle quali siamo sottoposti. Ci hanno imposto lo smarthphone come status symbol e nessuno può farne a meno. Ai ragazzi fin dalle elementari passano solo modelli di consumo. Uno cresce davanti ad un monitor che gli fa da baby sitter e poi gli indica cosa comprare e quali cose sono giuste. Mente formattata.

E Tutto questo perchè ci deve essere maggiore crescita, maggior guadagno. Dobbiamo crescere. Se il PIL non cresce è un dramma. Nessuno si accontenta più. Bisogna allargare il mercato per le aziende, guadagnare di più per spendere di più ed avere più comodità, lavorare di più per avere sempre meno tempo libero.

Il concetto di famiglia, comunità (intesa come piccolo gruppo di persone che collaborano ed hanno uno stesso fine) sono disintegrati. Esiste solo l’individuo. IO ERGO SUM. Il massimo per il mercato è il singolo. Più sei solo e disgregato più consumerai.

La libertà quindi che abbiamo in questo sistema condizionante in cosa si differenzia dalla libertà dei regimi autoritari? Ad ognuno la risposta. Una cosa è certa comunque. I regimi autoritari in un certo qual modo tentavano di contrastare con proprie idee il sistema economico capitalistico e quindi erano nemici da abbattere.

Se penso a  Mu’ammar Gheddafi, Bashar al-Assad, Saddam Hussein, e a molti altri come loro, ognuno di loro aveva costruito un paese solido, ricco, con sicurezza, cultura, rispetto del passato, salute, … Mancava la libertà? Ma se noi chiedessimo ai popoli ai quali abbiamo esportato la nostra libertà e democrazia se preferissero la dittatura di prima o questa libertà cosa risponderebbero?

Per i popoli ancora non soggiogati al capitalismo si usano le armi per imporre la nostra democrazia, per tutti gli altri la guerra viene fatta in maniera meno evidente ma con lo stesso obiettivo di cancellazione delle identità nazionali e locali.

Non sono certo a favore delle dittature sanguinarie ma mi rendo conto che il nostro sistema è ancora peggio perchè fa le stesse cose ma nasconde il braccio. Gli interessi che vengono rappresentati dal sistema nel quale siamo immersi non hanno nulla a che fare con i valori del rispetto della persona umana. Tutto si basa su interessi economici. La persona umana, la comunità, la polis sarebbe dovuta essere al centro di una Res Politica non solo un mezzo per raggiungere altri scopi di arricchimento ed egemonia. La prima definizione di “politica” (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, “politica” significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti.

Ma poi in pratica in cosa consisterebbe la nostra libertà? Nella libertà di scegliere cosa? Da uno studio dell’associazione commercialisti di Rimini la pressione fiscale sulle persone fisiche arriva al 52,2 % . Quindi noi lavoriamo fino a Giugno solo per pagare lo stato. Ma a fronte di cosa? Quali servizi ci vengono offerti dallo stato? Istruzione? Ordine Pubblico? Trasporto pubblico? Infrastrutture? Salute?… e ancora libertà di scegliere cosa? finanziamento pubblico ai partiti? modello elettivo delle camere? presenza militare all’estero? politiche di globalizzazione ed accordi commerciali internazionali? ….

La nostra è una democrazia rappresentativa. Infatti gli eletti rappresentano se stessi e quei poteri che li hanno messi li per poter condizionare le poche ultime decisioni che devono prendere.

Come in ogni civiltà c’è un periodo di espansione, un periodo di stabilità ed un periodo di declino, mi sembra che per la nostra si sia imboccato il declino. Non ci sono più valori fondanti, non ci sono più ideali, non c’è alcun senso di appartenenza, non c’è alcuna lotta per raggiungere un traguardo. Ci siamo globalizzati.

Un pomeriggio con mia moglie entriamo in un negozio di intimo. Alla cassa due commesse parlano “…. sai qual’è il cibo in assoluto che andrei a mangiare quando proprio voglio mangiare bene? No, quale?  un hamburger….”