Chenopodium bonus-henricus

PLANT PROFILE:

Rank: species
Status: accepted

Nomi comuni / Common names

Italia Italian name / Nome italiano: Farinello buon-enrico
Inghilterra
English name: Good King Henry
U.S.A U.S. name: Good King Henry
France French name: bon Henri
Spain Spanish name: pie de ganso
Germany German name: wilder Mehl-spinat


Forma biologica: H scap (Pianta erbacea perenne, eretta)
Periodo di fioritura: VIII-IX
Altitudine (min/max): 400/2100 m.
Tipo corologico: Circumbor.

Farmacia

  • Sostanze presenti: queste piante sono dotate di un olio essenziale chiamato ”essenza di chenopodio”, contengono inoltre betalaine e altre sostanze come ferro e vitamina B1. Contengono inoltre saponine e acido ossalico. Le quantità di queste sostanze nella pianta sono esigue, ma un consumo esagerato delle foglie in certi individui può creare dei problemi. Problemi che possono aumentare se le piante sono raccolte su terreni ricchi di azoto
  • .

  • Proprietà curative: questa erba è emolliente, lassativa e vermifuga. Non deve essere assunta da persone affette da insufficienza renale o reumatismi, in quanto aggraverebbe tale condizione. Un cataplasma ottenuto con le foglie veniva usato per pulire e rimarginare ferite croniche, scottature e ascessi.
  • I semi sono un blando lassativo, adatto per i bambini.
  • Parti usate: soprattutto le foglie; eventualmente il rizoma

Cucina

È una pianta conosciuta sin dall’antichità (era largamente coltivata dagli inglesi fino al XVIII secolo) e apprezzata per il suo valore nutritivo, spesso raccolta e lessata e consumata in varie forme nell’Italia centrale. Anticamente considerato un alimento povero, è oggi una spezia molto ricercata e pertanto è spesso oggetto di raccolte indiscriminate. Si cucina come una comune verdura, lessa o soffritta in padella. Si preferiscono i germogli o le cime immature delle giovani piante

Chenopodium bonus-henricus L.
Chenopodium bonus-henricus L. (Good King Henry)
Picture by Giuliano Salvai

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Acetosella – Rumex acetosa

Acetosa

NOME SCIENTIFICO: Rumex acetosa

NOMI COMUNI: Romice, Acetosa, Erba brusca, Soleggiola, Ossalida

FAMIGLIA: Poligonacee

ETIMOLOGIA:
Il nome del genere deriva dal latino “rumex” = ”asta, lancia”, in riferimento alla forma appuntita delle foglie di molte specie. Non ha consistenza la presunta derivazione da “rumen” riferita alla pratica che i Latini avevano di masticare le foglie della pianta. Il nome specifico si riferisce al sapore acidulo delle foglie.

da www.vallsoana.it

da www.bydorbuy.co.za da www.belleuropa.it
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Calendario delle semine

 

Fonte:  http://selvatici.wordpress.com/quaderni-dellortigiano/calendario-semine/

La tradizione contadina è legata alle Fasi Lunari, ma non sono di secondaria importanza le caratteristiche del territorio, il clima e l’esperienza.

La tradizione consiglia di attendere la Luna Crescente per: seminare i cereali;
seminare ortaggi da frutto e da foglia ma non quelli che tendono ad andare in semenza (come lattughe e spinaci);
potare gli alberi deboli (ideale la Luna Nuova);
raccogliere erbe officinali;
raccogliere ortaggi da frutto (fagioli, piselli, lenticchie, soia, mais, pomodori, peperoni, cetrioli, zucchine, zucchini…);
raccogliere ortaggi da radice (barbabietola, rapa, carota, ravanello…); Continue reading

Orto sinergico – un po’ di teoria

L’ Orto Sinergico è un metodo elaborato dall’ agricoltrice spagnola Emilia Hazelip, attiva soprattuto nel Centro ”Las Encantadas”, sui monti Pirenei, in Francia.

L’ idea di creare un orto sinergico si ricollega al filone della Permacoltura (coltura permanente, eterna, equilibrata ed inesauribile, non consumistica) ed alle ricerche relativamente recenti sull’ impoverimento del suolo a causa dell’ abuso-uso agricolo meccanico-chimico da parte dell’ uomo (per esempio quelle dell’ agronomo giapponese Masanobu Fukuoka).

Conservare i semi di fagiolo

Come conservare i semi di fagiolo


Conservare i semi di fagiolo sarà  sicuramente un’attività che troverete semplice e gratificante e non c’è cosa più fresca e naturale del sapore di un tenero fagiolino verde appena raccolto.

Generalmente nei nostri giardini si coltivano 4 varietà di fagiolo:

1 Fagiolini

Sono i baccelli giovani del fagiolo che vengono raccolti prima del loro sviluppo. Hanno proprietà  diverse dai legumi più simili a quelle di un ortaggio.

2 Fagioli dall’occhio

Di colore bianco o crema, presentano un piccolo anello nel punto di attacco del baccello al seme.

 

Fagioli di Lima

Piatti e di colore bianco o tendente al viola, sono originari dell’America del sud ed hanno un gusto molto saporito.

 

Fagioli da essiccazione

Sono le varietà che generalmente troviamo nei negozi di alimentari in grandi sacchi: fagioli neri, fagioli cannellini, fagioli borlotti, ecc.

Conservare i semi

La prima cosa da fare se volete ottenere ottimi semi sarà quella di lasciare maturare i fagioli completamente sulla pianta. I fagioli cresceranno fino a diventare grandi e sempre più coriacei e poco adatti ad essere mangiati. Entro la fine della stagione il fagiolo somiglierà ad una maracas: agitando il baccello sentirete il rumore dei fagioli secchi al suo interno. Questo è il momento giusto: apriteli e togliete i fagioli secchi. Riponeteli in un piatto per una giornata in modo da essere sicuri che siano ben asciutti poi in una busta etichettata e conservateli in un luogo fresco e buio.

Suggerimenti

Selezionate le piante più sane e prolifiche per ottenere le semenze e ricordate questa semplice formuletta: piante sane = semi sani = piante sane stagione successiva.

Inoltre, una volta che saranno secchi selezionate solo i fagioli migliori: scartate quelli di piccole dimensioni, quelli rugosi e quelli rotti.

Fonte: http://www.greenme.it/approfondire/guide/3125-come-conservare-i-semi-del-tuo-orto-?start=1

Coltivare l’aglio

1. Scegliere il tipo di aglio da coltivare

L’aglio maggiormente coltivato nell’Europa meridionale è sicuramente l’Allium sativum una pianta perenne a radice bulbosa, ampiamente utilizzata nella cucina mediterranea per insaporire i cibi. In Italia crescono spontanee circa una trentina di specie tra cui  l’Allium vineale, l’Allium ursinum, l’Allium fragrans, l’Allium oreaceum; nel mondo se ne conoscono più di trecento specie con piante che vanno da poco più di una quindicina di centimetri sino al metro di altezza.

Tra le specie italiane più conosciute ci sono l’aglio di Caraglio, l’aglio bianco piacentino, l’aglio rosso di Sulmona, l’aglio bianco di Vessalico, l’aglio rosso di Nubia.

2. Piantare i bulbilli 

Una volta scelto il tipo di aglio bisognerà selezionare i bulbilli, comunemente ed impropriamente chiamati spicchi, che andranno messi a dimora. Potete acquistarli da fornitori specializzati o su internet ma è possibile ottenerne di ottimi anche dall’aglio che compriamo per cucinare; assicuriamoci soltanto che sia 100% biologico così da non contenere sostanze che ne impediscano la germinazione.

Questi andranno interrati a circa 3 cm di profondità avendo l’accortezza di non capovolgerli, lasciando quindi l’apice rivolto verso l’alto. I bulbilli andranno posti in file parallele distanti 25-40 cm tra loro e ad una distanza di 10-15 cm uno dall’altro.

Il periodo migliore per piantarli va da novembre a marzo; in questo modo potremo disporre di aglio fresco in primavera nelle zone con clima temperato per i bulbilli piantati a novembre, mentre per quelli piantati a marzo in zone con clima più rigido avremo ottimo aglio da conservare.

La germinazione dei bulbilli avviene grazie alla riserva di nutrienti contenuta negli stessi, quindi più questi saranno grandi più  rapida sarà la loro germinazione. Vi consigliamo quindi di scegliere i più grandi per avviare la vostra coltivazione. Inoltre, ad incentivare il processo di germinazione concorre anche la temperatura: quella ottimale è intorno ai 15-20°C.

L’Allium sativum preferisce una posizione soleggiata e un terreno ben drenato: i bulbi, infatti, temono i ristagni d’acqua che, oltre ad impedirne il completo sviluppo, possono favorire la formazione di muffe e farli marcire.

L’Allium ursinum invece predilige una posizione di mezz’ombra ed un terreno più ricco di torba e ben umido.

3. Tagliare gli steli fiorali 

Generalmente si evita che l’aglio destinato ad un uso domestico vada in fiore, in quanto questo processo richiede un certo dispendio di energia e di nutrienti da parte della pianta, che vengono sottratti ai bulbilli. Quindi è consigliabile tagliare gli steli fiorali non appena in bocciolo.

Per altri tipi di aglio invece va detto che la fioritura è decisamente interessante ed ornamentale e la loro coltivazione produce delle bellissime inflorescenze dalla forma ad ombrello.

4. Raccogliere l’aglio

La raccolta dell’aglio è determinata oltre che dalla specie coltivata anche dalla temperatura ma in linea di massima possiamo dire che va effettuata quando le foglie sono quasi completamente secche. La pianta va estirpata e lasciata essiccare all’aperto per circa una settimana. Passato questo tempo è possibile prelevare i bulbi e ripulirli dalle tuniche esterne, dalle radici e dal fogliame. I bulbi possono essere riuniti tra loro intrecciando le foglie e creando così le caratteristiche trecce che tante volte abbiamo visto nei mercati.

Se nel periodo di raccolta le temperature sono o troppo basse o troppo alte rispetto alla media i bulbi potrebbero apparire di colore leggermente ambrati, ingialliti e essere umidi al tatto.

5. Pulire l’aglio

Lasciate essiccare le piante appena estirpate all’aperto, in un luogo ben soleggiato. Quando le tuniche esterne saranno ben essiccate, dall’aspetto cartaceo, potrete spazzolare le piante, rimuovere le foglie e tagliare le radici.

6. Conservare l’aglio

Il processo di conservazione dell’aglio è l’ultimo, ma non meno importante, passaggio della nostra coltivazione. Le condizioni ideali per una conservazione ottimale richiedono una temperatura compresa tra 16 e i 22 gradi con un livello moderato di umidità ed una buona circolazione d’aria, con una buona fonte luminosa ma sono da evitare i raggi diretti del sole.

Sconsigliamo di conservare i bulbi in buste di plastica in quanto queste impediscono un buon ricambio d’aria e fanno aumentare l’umidità che porta l’aglio a marcire velocemente. Anche il frigorifero non è un buon posto in quanto le basse temperature accelerano il processo di germinazione.

Se conservati alle giuste condizioni i bulbi possono durare anche per 6-7 mesi.

Oltre che per insaporire i cibi, il vostro aglio, se conservato in un piccolo sacchetto da portare appeso al collo, sarà anche un ottimo deterrente contro i vampiri.

Buona crescita a tutti!

Lorenzo De Ritis

Fonte: http://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/3961-come-coltivare-laglio-in-balcone-in-6-mosse

Bio planet – produttori di antagonisti naturali

http://www.bioplanet.it/it

Al centro della nostra azione c’è la diffusione della lotta biologica in agricoltura, in alternativa ai metodi di difesa fondati sulla chimica.

Per questo siamo diventati la prima azienda in Italia nella produzione di insetti ed acari utili per la difesa biologica delle colture.
I nostri prodotti vengono usati soprattutto in orticoltura e nel florovivaismo, ma anche nelle colture in pieno campo, in frutticoltura e nel verde ornamentale.

Strumenti per la nuova agricoltura

Accanto all’allevamento degli insetti utili, ci occupiamo più in generale dello sviluppo di tutti i mezzi tecnici puliti, che possano produrre il miglioramento delle strategie di difesa, promuovendo una nuova agricoltura che concilia massima qualità delle produzioni e vera sostenibilità ambientale.

Assistenza tecnica e ricerca

A tutti, offriamo il nostro supporto tecnico, per definire il migliore impiego degli insetti e degli altri prodotti, nelle varie situazioni colturali. Per sviluppare nuovi prodotti e nuove tecniche di utilizzo, curiamo programmi dimostrativi e sperimentali, anche in collaborazione con gruppi di ricerca nazionali ed internazionali.

Bioplanet è anche membro di:

  • IBMA, International Biocontrol Manufacturers Association;
  • Centuria RIT, Parco Scientifico Tecnologico.

Insetticidi e fertilizzanti naturali

Insetticida spray al sapone di Castiglia

Questo ineguagliabile sapone naturale, a base di olio di oliva, è utilissimo per realizzare un efficaceinsetticida spray. Dopo aver riempito un contenitore spray con acqua aggiungete un cucchiaio disapone di Castiglia, un pizzico di pepe, uno di aglio in polvere e per finire qualche foglia di menta piperita. Agitate bene e il vostro repellente contro afidi e cocciniglie è pronto all’uso.

 Insetticida spray all’aglio 

L’aglio è un potente repellente naturale, capace di scoraggiare tantissimi insetti e spingerli verso altre mete. Per preparare il nostro insetticida frulliamo una testa di aglio e qualche chiodo di garofano insieme a due tazze di acqua, fino ad ottenere un composto molto fine. Lasciamolo riposare per un giorno e mescoliamolo poi in circa 3 litri d’acqua. La miscela così ottenuta potrà essere vaporizzata, con uno spruzzatore, direttamente sulle foglie delle nostre piante.

Aglio 2

Basta prendere 3/4 spicchi di aglio tritato e unirli a un paio di cucchiaini di olio minerale. Fatto questo, lasciate riposare la composizione una notte e dopo di che toglierete i pezzettini d’aglio dall’olio. A questo punto aggiungendo un bicchiere di acqua e un cucchiaino di sapone biodegradabile otterrete una miscela letale per insetti. I composti dell’aglio (vale a dire il disolfuro diallile e il trisolfuro diallile), infatti, sono irritanti e mortali per la maggior parte dei parassiti. Unica precauzione: non applicate questo “unguento magico” nelle ore più calde o durante giornate con il cosiddetto sole che spacca le pietre. L’olio potrebbe bruciare e rovinarvi la pianta.

 

 Thè all’ortica

Quante volte vi sarà capitato distrattamente di sfiorarla e di ritrovarvi in breve tempo con quel fastidioso prurito? Beh l’ortica non è solo irritante e può dimostrarsi un’ottima alleata per le vostre coltivazioni.  Munitevi di un robusto paio di guanti da lavoro e  raccogliete un po’ di piante di ortica. Mettetele a macerare in un secchio ricoprendole d’acqua e lasciatele riposare per almeno una settimana. Passato questo tempo il vostro nuovo concime liquido 100% biologico è pronto per l’uso.

Insetticida spray al pomodoro 

Le foglie di pomodoro sono ricche di alcaloidi, ottimi come repellente per molti afidi, vermi e tarme. Riempite due tazze con foglie di pomodoro tritate e aggiungete dell’acqua. Lasciate riposare per almeno una notte e poi diluite il composto ottenuto con altre due tazze di acqua e il gioco è fatto. Ora potete vaporizzare sulle vostre piante. Tenete il repellente lontano dagli animali domestici poiché può essere tossico.

 Gusci d’uovo

I gusci d’uovo sono un interessante ingrediente per il nostro giardino con una doppia utilità: possono, infatti, essere considerati un ottimo concime e anche un magnifico repellente. Possono essere utilizzati sia in pezzi sia finemente tritati. Se tritati potete spolverare la base delle vostre piante con la polvere ottenuta. Se invece li utilizzate a pezzi, create una sorta di anello alla base dei vegetali: questa barriera può dissuadere sia le lumache sia alcuni bruchi.

 Trappole alla birra 

Mettete un po’ di birra in un sottovaso alto o in un bicchierino dello yogurt, (che andrà sotterrato fino al bordo) e vedrete che al mattino molte lumache vi saranno cadute dentro annegando. Lo so, potrebbe sembrare crudele, ma è l’unico modo per salvare le vostre piante.

Ci raccomandiamo però di fissare il recipiente un centimetro circa sotto il livello del suolo, in modo tale che il mollusco sporgendosi potrà finirci dentro. Metterlo allo stesso livello del terreno vorrebbe dire aver offerto un giro di birra al simpatico animaletto cornuto che, dissetato, potrò poi tornare a concludere l’happy hour sulla vostra pianta!

Concimare con i fondi di caffè 

Se siete amanti del caffè e ne consumate in quantità industriale non gettate i fondi usati. Sono un’ottima fonte d’azoto per il terreno. Aggiungeteli al vostro compost oppure spargeteli direttamente al suolo.

Insetticida spray al peperoncino 

Anche il peperoncino è un’ottimo repellente naturale contro i parassiti. Per preparare il vostro spray frullate ad alta velocità per circa due minuti 6-10 peperoncini con due bicchieri di acqua. Lasciate riposare per la notte il composto così ottenuto. L’indomani filtrate la polpa e versate il liquido nello spruzzatore aggiungendo un bicchiere di acqua.

Concimare con l’erba 

Il vostro prato non è bello e verde come vorreste? Non preoccupatevi basta una semplice accortezza: quando tagliate l’erba non raccoglietela ma lasciatela sul terreno, sarà una preziosa fonte di azoto. L’erba appena falciata, infatti, essendo molto corta si decompone rapidamente arricchendo di nutrienti il suolo e rendendo il vostro prato sicuramente più rigoglioso.

 

Se, invece, le vostre piante sono state attaccate da qualche specie di fungo. Il consiglio e spruzzarci sopra del latte. E’ un ottimo fungicida e previene la crescita di iodio.

 

Problemi di muffa? Una bella spruzzata di bicarbonato di sodio e il problema è risolto. Il bicarbonato distrugge le spore fungine, impedendo loro di germinare.


 

Compostiera da Balcone o fai da te

Compostiera hand-made by me!

Finalmente mi sono decisa a scrivere e …descrivere con questo post passo per passo la costruzione ed il conseguente utilizzo della mia efficientissima compostiera che io amichevolmente definisco”autosufficiente” perché una volta riempita bisogna solo attendere un paio di mesi -o tre dipende dal periodo dell’anno- ed il compost è bello che pronto!
Allora inizio col dirvi che sul web ci sono decine di guide scaricabili in pdf o anche semplicemente consultabili, io sono partita da lì ma poi…l’ho fatta molto più semplice….innanzitutto se ben organizzata non ha bisogno di complicati biofiltri o altri aggeggi strani , l’importante è seguire scrupolosamente 2 o tre regole!Allora, innanzitutto procuratevi un bidone abbastanza capiente…allora io con il mio compagno (che siamo io vegan e lui vegetariano…quindi buoni consumatori di frutta e verdura!) un bidone lo riempiamo in tre-quattro settimane e vi assicuro che si fa’ davvero in fretta!

…mi vieni in mente il consiglio che veniva dato in un articolo che lessi qualche tempo fa’ per rendersi conto di quanta immondizia ognuno di noi crea quotidianamente, ossi per una giornata intera portarsi dietro un piccolo sacchettino e vedere in quanto tempo esso veniva riempito, beh….allo stesso modo il mio bidone “made by me” rende l’idea, senza nemmeno accorgersene è pieno…. In merito c’è un’altro vantaggio oltre a quello diretto del riciclaggio: dopo un paio di mesi inizierete a scartare mooooolto meno perchè vi renderete conto di quanto spreco e scarto fate (anche se poi il tutto viene riutilizzato!)
Quindi una volta che avete il vostro bel bidone (alcuni usano quelli per il bucato, altri quelli per l’immondizia, io ho preferito quelli per le foglie secche da giardino , quelli verdi di plastica resistente con il coperchio che sono perfettamente sigillati una volta chiusi da 80 lt ma voi regolatevi in base a quanti siete, anche se io non scenderei sotto questo volume!) procuratevi dell’argilla espansa in palline, un saccetto piccolo basta, della rete in plastica a maglie fini, della zanzariera in tessuto (non in alluminio!), un trapano, del fil di ferro ricoperto in plastica, della carta vetrata, un sottovaso e delle mollette di plastica.

Quindi: innanzitutto dovete decidere un dettaglio che poi diventerà abbastanza rilevante: volete poter prendere il compost pian piano a mano a mano che a strati matura o desiderate prendere tutto l’intero contenuto del vostro bidone-compostiera in una volta sola?
io ho optato per il secondo caso, cioè prenderlo tutto in un’unica volta, x due ragioni:
-la prima organizzativa (essendo il mio primo bidone volevo fare le cose più semplici possibili);
-la seconda perchè il compost lo utilizzo per il rinvaso o per il rabbocco dei vasi (non avendo un orto su campo) e quindi il compost lo uso 1 o 2 volte l’anno, o poco più;

Questo dettaglio apparentemente insignificante è invece molto importante perchè se decidete che lo volete prendere a poco a poco dovete costruire una sorta di “sportellino” nella parte bassa del vostro bidone e perciò dovete tagliare usando un seghetto a mano per legno un rettangolo tipo finestrella e applicare due cernierine tipo porticina e un gancino che lo tenga chiuso, inoltre dovreste mettere sui bordi del vostro sportellino qualcosa che riesca a sigillarlo per bene una volta chiuso perchè (RICORDATE SEMPRE!!!) nulla deve entrare nè uscire!
Insomma è certo un po’ più complicato perciò se anche voi siete alla vostra prima compostiera autosufficiente da balcone vi consiglio di fare come me e procedere al metodo più semplice, ossia quello del “senza sportellino e tutto in una volta!”^___^

Quindi prendete il bidone e foratelo per bene , non fatelo a caso ma costruitevi un modo per far sì che i buchi siano a distanze più o meno regolari e che quindi la ventilazione e sia regolare in ogni zona della compostiera, foratelo anche sul fondo ma non forate il coperchio!!!
A questo punto dovete passare alla “fodera” ossia preparare la prima protezione: dovete foderare internamente tutto il bidone (anche il fondo!!!) prima con la zanzariera e passando alla seconda protezione, poi con la rete di plastica a maglie fini aiutandovi fissando qua e là con del fil di ferro rivestito in plastica.

Una volta foderato per benino tutto l’interno della compostiera dovete passare alla preparazione del fondo: tagliate 2 pezzi di retina di plastica a misura , tondi, praticando dei tagli sul bordo a formare come delle alette, fissate uno dei due tondi con il filo sul fondo quindi riempite il fondo con le palline di argilla espansa, formando uno strato di circa 10 cm, questo strato servirà per non fare imputridire il tutto e far scivolare via il percolato, insomma lo stesso principio per il quale si forma una strato di argilla espansa sul fondo dei vasi, per evitare i ristagni ed infine mettete al di sopra dello strato di argilla il secondo disco di retina e fissate anche quello con il fil di ferro, questa retina servirà per evitare che i vostri amici fidati lombrichini siano tentati di andare verso il fondo ma soprattutto per rendere molto più stabile il tutto e fate attenzione a non lasciare i bordi tagliati aguzzi!
E…a questo punto ci siete…dovete solo procurarvi un po’ di lombrichi (se non sapete dove trovare della buona terra con dei lombrichi potete acquistarli nei negozi dove vendono esche, sì lo so che è orrendo pensare di entrare in uno di quei negozi ma…pensate che almeno ad alcuni di loro…state salvando la vita….) e il gioco è fatto!
Prima di iniziare a utilizzare la vostra compostiera ricordatevi  di chiudere sempre bene il bidone, nulla deve uscire nè entrare (!!!) e come vi dicevo prima ci sono 3 regole fondamentali molti importanti che non dovete mai dimenticare:

1)non buttate nulla che sia stato condito o che sia unto, non buttate nulla di origine animale nemmeno i croccantini dei vostri amici pelosi altrimenti sarà un immondo disastro!

2)mettete la vostra compostiera in una zona al riparo da sole cocente o gelo magari in un langolo del vostro balcone, questo perchè agli amici lombrichi sono molto delicati e non sopportano sbalzi di temperatura troppo bruschi o peggio di umidità ( a tal proposito dovete stare bene attenti all’umidità che c’è all’interno del vostro compost in maturazione perchè se è troppo bagnato i lombrichi annegano, se invece è stroppo secco muoiono perchè i lombrichi respirano tramite la pelle e hanno bisogno di una buona umidità!”)
Ora mi sento costretta a dirvi una cosa: molti dicono che a volte si rende necessaria l’aggiunta di acqua ma secondo me se il compost viene fatto nei modi descritti sopra tale necessità non si viene quasi mai a creare, basta dosare bene la parte “umida vegetale” con la parte secca tipo foglie, paglia o giornali (quotidiani NO i PATINATI!)

3)dosate bene la parte “umida vegetale” con la parte “secca” tipo foglie, paglia o giornali (quotidiani e NON i PATINATI!) in questo modo: 1 strato di scarti di verdure, 1 strato di secco, 1 strato di verdure, 1 strato di secco, e alla fine vi consiglio di mettere sempre un fine strato di torba che servirà per evitare il formarsi di cattivi odori e moscerini!

A questo punto potete iniziare a riempire il vostro bidone- compostiera e una volta che è pieno dovete avere pazienza per circa 2 o 3 mesi in base a se siete in primavera-estate o in autunno-inverno.
Il compost sarà pronto quando aprendo e mescolando vedrete solo terra e sentirete un buon profumo di sottobosco, se invece vedete ancora resti e riuscite a vedere cosa c’è nel bidone allora dovete aspettare ancora.
Non abbiate fretta!
Io sono a vostra disposizione per ogni chiarimento! Buon compostaggio a tutti!!!

Ho dimenticato un dettaglio importante!!!!….scusate….allora, bisogna mettere un sottovaso sotto il bidone e mettere tra il sottovaso ed il bidone delle listarelle (io ho usato dei pezzi di coprifili di plastica) in modo tale che il bidone sia rialzato e che ci sia spazio tra esso e il sottovaso, questo serve perchè il percolato deve andare giù fino così a venir raccolto dal sottovaso….e qui cosa importante…di tanto in tanto il sottovaso và svuotato se no sì che attira gli insetti, ma è un lavoro che và fatto veramente di rado …

Volevo fare una precisazione: i lombrichi sono assolutamente necessari!!!
…senza lombrichi il compostaggio descritto non avviene!…

QUI il link al tutorial video su you tube!

Fonte : http://equoecoevegan.blogspot.com/2009/04/compostiera-hand-made-by-me.html