Le sponde dei Bancali

I bancali presentano due superfici coltivabili dalle caratteristiche molto diverse:
la superficie centrale in piano, dalla profondità ottimale, e le sponde di un’altezza variabile tra i 15 ed i 50 cm (oltre lo spazio centrale diverrebbe troppo esiguo). L’altezza che da risultati migliori di gestione, sia della parte centrale sia delle sponde, e di 30 cm che vuol dire ottenere sponde di circa 40-45 cm di larghezza.
Per la gestione delle sponde si deve tenere in considerazione l’orientamento delle stesse rispetto al sole. Cosa relativamente importante per le superfici centrali in quanto riceverà luce in maniera sufficientemente uniforme salvo che l’orto non sia in una posizione in pendenza.
Se il terreno è in piano, potete montare i bancali con una struttura rettangolare Est-Ovest e, conseguentemente, avere le sponde orientate nord-sud ottenendo microclimi molto diversi per ciascuna sponda. Questo sarà uno dei fattori determinanti per la scelta delle coltivazioni che andrete a fare sulle sponde stesse. In alternativa potrete disporre i bancali con un orientamento Nord-Sud in modo da ottenere sulle sponde ad est il sole del mattino e su quelle ovest il sole del pomeriggio, in questo modo l’irraggiamento sarà circa uniforme.
D’altro canto, se i bancali seguono forme circolari, si otterranno sponde esposte a tutti e quattro i punti cardinali. In questo caso si dovrà identificare bene l’orientamento di ogni segmento delle sponde.
Le sponde vengono utilizzate come superficie per le coltivazioni di “supporto” alla produzione principale che viene fatta sulla parte centrale del bancale. L’insieme delle coltivazioni sulle sponde ha di per sé una notevole importanza, ed in alcuni casi la produzione delle stesse può essere tale da non dover richiedere l’utilizzo delle parti centrali.
Le piante più indicate per la coltivazione sulle sponde sono quelle a portamento eretto appartenenti alla famiglia delle liliacee, come i porri, le cipolle, l’aglio. Le piante appartenenti a questa famiglia contengono sostanze fungicide, antibatteriche ed insettifughe in grado di proteggere le altre coltivazioni. Mescolatele a piante dallo sviluppo rapido come cicorie e lattughe di cui lascerete poi le radici nel terreno dopo la raccolta, disponendole sempre a quinconce. Qua e là potrete sparpagliare delle lenticchie.
Sul crinale di passaggio tra le sponde e le superfici centrali, seminare una linea di fagiolini o di piselli rampicanti, in base alla stagione, in modo che le radici delle leguminose possano estendersi nella rizosfera delle sponde. Se dovessero comparire piante spontanee appartenenti alla famiglia delle leguminose non eliminarle [n.d.t. mai asportare l’apparato radicale delle erbacce a meno che non siano fittonanti come la gramigna, decomponendosi forniranno humus al terreno e comunque ospitano una varietà di batteri e funghi fondamentale per la fertilità del suolo](a meno che non diventino veramente infestanti).
Le sponde vanno sempre tenute coperte da pacciamatura.

Orientamento piante adatte alle sponde:
Aglio – Sud, est, ovest
Cipolle – Sud, est, ovest
Porri – Nord, esst
Cipolla invernale – tutte
Cipollotto – tutte
Scalogno – tutte
Lattughe – tutte
Cicoria/scarola – tutte
Lenticchie/ceci – tutte

1- Dagli appunti di Emilia Hazelip – I bancali

Per montare i bancali si deve:

1. Innanzitutto si dovrà preparare il suolo attraverso un’ultima lavorazione, se necessario, e smuovere il terreno senza rivoltarlo. Questo lavoro iniziale potrà essere fatto sia a mano sia a macchina. [n.d.t. Io ho saltato questa parte considerando che sulle dimensioni di un orto per uso personale sarebbe stato sufficiente una leggerissima lavorazione con il forcone da sovescio… fatevi un favore: buttate la vanga!]

2. In caso di suoli molto compattati o che presentino un substrato profondo di compattamento conviene passare prima lavorare il terreno con un aeratore. La profondità di lavorazione sarà determinata dalla linea di accumulo dei sali formatasi conseguentemente alle pesanti lavorazioni agricole che il terreno può aver subito. Per identificare la linea di accumulo scavate un buco profondo 50 cm, il punto in cui il terreno cambia colore è il piano di compattamento e di accumulo dei sali. Non si dovrà lavorare il terreno sino a quella profondità, ma semplicemente scalfirne il piano. Questo lavoro si può fare sia meccanicamente con un aeratore sia a mano con la grelinette o un forcone da sovescio. [n.d.t. ovviamente Emilia si riferisce contemporaneamente alle lavorazioni per coltivazioni in pieno campo che per l’orto domestico. Da sottolineare l’importanza di non sminuzzare la terra in maniera eccessiva in quanto gli aggregati, anche di medie dimensioni sono fondamentali sia per i processi biochimici del suolo sia per la ritenzione idrica. La grelinette è stata studiata apposta anche se in Italia non ne ho mai viste…]

3. In terreni invasi da vegetazione spontanea (le “erbacce”) converrebbe eliminarle subito in modo da semplificare il lavoro in seguito. La pulizia potrà essere fatta con l’aiuto di maiali, polli o coprendo il terreno con materiali opachi (vecchi tappeti, teli in pvc, più strati di cartone). Vedere il capitolo specifico.

4. Una volta che tutta la superficie, una sezione dell’orto o del campo da semina siano pronte, tracciare con l’aiuto di uno spago la struttura dei bancali, la cui base sarà di 1.20m di larghezza intercalati da corridoi da 50cm o di più se si tratta di un corridoio centrale. Se l’orto o il campo saranno lavorati con il trattore, la larghezza dei bancali sarà determinata dallo spazio tra le ruote della macchina e la dimensione dei corridoi dalla larghezza delle ruote.

5. Rimuovete lo strato di terreno fertile dai corridoi spostandolo nello spazio dei bancali così da sopraelevarli. In questo modo, più la terra sarà “buona”, e il cuscino humico spesso (?), più sarà la quantità di terra prelevata dai corridoi ed il bancale alto. D’altro canto, più il bancale sarà alto, più la parte superficiale in piano sarà stretta e le sponde “importanti”.

6. Le dimensioni ottimali sono:
• Larghezza (alla base) 1.20m
• Altezza 30-35cm
• Larghezza superficie centrale 60-80cm
• Superfice delle sponde 40-45cm
• Lunghezza non superare i 10m

7. Se il terreno è impoverito, spogliato, come quello dei “giardini”, potete, costruendo i bancali, aggiungere del compost o del letame ben maturo [n.d.t. sarà anche l’ultima volta che lo fate…] mescolandolo molto bene al terreno. Se non disponete delle risorse per modificare rapidamente la composizione del terreno per adattarlo alla coltivazione orticola, potrete attivare il processo di sviluppo del terreno iniziando a coltivare piante adatte a terreni poveri.

8. Una volta che i bancali siano pronti potrete sistemare l’impianto di irrigazione (per le zone in cui sia necessario irrigare). Potrete utilizzare qualsiasi tipo di impianto “goccia a goccia” o semplici tubi in cui farete dei buchi con un chiodo a 30-35cm di distanza uno dall’altro. Quest’ultimo sistema è il più economico ed il meno a rischio di intasamenti. Adattate al sistema un filtro e fatevi consigliare al momento dell’acquisto sul modo migliore per istallare l’impianto: lunghezza del tubo grande per portare l’acqua ai tubicini goccia a goccia, lunghezza dei tubi in rapporto alla dimensione della superficie da irrigare. Per i bancali con una superficie piana di 50-80cm posizionare 2 tubi paralleli rispettivamente a 10cm dal bordo. Per quelli di 1m di larghezza sistemare i tubi a 30cm dal bordo.

9. Ad istallazione avvenuta ricoprite i corridoi, le sponde e le superfici di pacciamatura. I corridoi potranno essere coperti anche di segatura fresca. Questa, dopo un anno, sarà sufficientemente decomposta da poter essere utilizzata come pacciamatura sui bancali. Quale che sia il materiale utilizzato per la pacciamatura dei corridoi si trasformerà velocemente in terriccio che potrà essere utilizzato sulle sponde, soprattutto in quei punti dove si potranno presentare delle buche in seguito alla raccolta di porri, cipolle o aglio. Prelevate solo la parte di terriccio dai corridoi lasciando intatto il suolo sottostante.

Fonte: http://ortodicarta.wordpress.com/2008/07/31/gli-appunti-di-emilia-h-n1/

Alcuni Consigli da esperienza – prima bozza

Ecco quello che la Lore e la Ester ci hanno detto dopo sette anni di orto sinergico…

In generale:

Dimensione appezzamento: per due famiglie loro fanno circa 1.500 – 2000 metri quadri di orto. Noi per quattro famiglie famiglie partiremo con 1500mq circa.

Pacciamatura: il concetto è fondamentale, meglio di tutto la paglia, ma se abitate in collina ricordarsi che il terreno in primavera deve scaldarsi prima che le piante inizino il loro germogliare, quindi pochissima paglia all’inizio e man mano che la stagione si scalda va aggiunta. La paglia permette di ricreare quell’ambiente buio e umido che favorisce la formazione di batteri e funghi indispensabili per la fertilità del terreno.

Sono state fatte altre prove di pacciamatura con nylon nero che però non fa passare l’acqua e crea un ambiente anaerobio e con il tessuto non tessuto nero che aumenta la temperatura del suolo fa passare l’acqua ma non fa partire il meccanismo di fertilizzazione.

La pacciamatura deve coprire interamente il bancale anche ai lati. Essa funge anche da blocco dei semi per le infestanti.

Struttura: i bancali dovrebbero essere di dimensione 120 totale alti 30 cm con 30 cm per lato di pendenza…

La struttura dei bancali dovrebbe essere la più semplice possibile. Cerchi, varianti verticali – orizzontali sono molto belle ma creano problematiche nella pratica sia per l’irrigazione che per la gestione quotidiana.

Il bancale dovrebbe avere dei pali – tondini di ferro che lo percorrono partendo dagli angoli e formando una X. Tale struttura serve per appoggio alle rampicanti o mettendo una rete sulla quale le piante salgono o usando i fili che si appendono ai tondini collegando poi una a una le rampicanti.

Alternativa al metodo dei tondini è usare delle canne di bamboo che incrociate in alto e messe una da una parte e una dall’altra con una canna orizzontale dove si incrociano che collega le coppie permette lo stesso risultato…

Meglio avere uno spazio ampio di passaggio. Lo spazio dovrebbe essere non meno di 50cm.

Bancali lunghi al massimo 7-8 metri.

Per costruire i bancali vanno alzate le zolle preferibilmente solo la parte più alta (la più fertile) 15- 20 cm. Un consiglio potrebbe essere quello di girare le zolle sottosopra cosi come sono lasciano le infestanti sotto. In questo modo si avrebbe maggior contributo di sostanza organica nella terra. Sopra alle zolle rigirate va messa una terra pulita da infestanti e il più possibile sminuzzata.

Irrigazione:

L’irrigazione è un punto critico. Va fatta goccia a goccia. Si possono usare varie tipologie di tubi. Da quelli rigidi a quelli morbidi.

Si deve pensare a predisporre le cisterne o gli invasi a monte dell’orto con un minimo di pendenza. Mettere un tubo orizzontale di diametro maggiore collegando ogni singolo tubetto goccia a goccia con il proprio rubinetto.

Potrebbe essere necessario uno sfiato posizionato all’altezza della cisterna. Non serve abbeverare ogni giorno. 1.000 litri vanno giù in un’ora.

Verificare sempre il bancale se ha ricevuto l’irrigazione.

Rotazione colturale: alcuni ortaggi consumano risorse del terreno più degli altri. Per non depauperare il terreno e tenerlo sempre carico di elementi nutritivi proponiamo le seguenti rotazioni colturali:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Parassiti e funghi:

Limacce, cavolaia, altri bruchi, afidi, topolini…

Per le limacce e le lumache si possono usare varie tipologie di soluzioni: contenitiva usando i metodi tradizionali, piattini di birra, ostacoli verso l’orto tipo cenere tutto attorno che non permette di scivolare, strutture attorno alla piantina tipo sezioni di bottiglia di plastica piantate con la piantina all’interno, eccetera.

Oppure si fa uno stagno. In breve verrà popolato da rospi (se il vostro ambiente non è inquinato) e rane formidabili aiuti per tutti gli insetti parassiti dell’orto…

Cavolaia: anche qui un paio di metodi: la costante verifica e attenzione sulle piante che rivoltando le foglie di cavolo permettono di identificare le uova giallo/arancioni depositate dalla cavolaia (farfalla).

Appena identificate basta eliminarle fisicamente. Oppure alla vista dei bruchi compiere anche qui azione manuale di eliminazione.

Usando il Bacillus thuringiensis diluito e spruzzato valido su qualsiasi altro bruco elimina in maniera biologica le larve.

Un altro metodo che si può valutare è inserire della camomilla assieme ai cavoli per confondere la cavolaia con il suo profumo.

Afidi e simili vanno molto bene i macerati di ortica e aglio ma meglio ancora le coccinelle. Il meccanismo è autobilanciante e richiede un po’ di pazienza. Le coccinelle si riproducono man mano che la popolazione degli afidi cresce ma non immediatamente. Se c’è un boom di afidi si deve aspettare una decina di giorni perché le coccinelle si allineino alla popolazione.

 

Scheda sul Bacillus Turingensis che proveremo questa primavera:

 

 

 

 

 

 

Macerati Bioguida sotto:

 

 

 

 

 

Aromatiche repellenti 1

 

 

 

 

 

 

 

Aromatiche repellenti 2

 

 

 

 

 

 

 

Propoli utilizzo antiparassitario – anti fungino:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Consociazioni: un altro aspetto essenziale dell’orto sinergico sono le consociazioni. Le consociazioni possono essere fra ortaggi e fra ortaggi e fiori.

Alcune  immagini in merito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tempi delle semine:

File allegato

tempi semine

 

Singole varietà aspetti particolari:

Posts specifici

 

Problematiche aperte: Cereali: trebbiatura, macina,

Macerato di Ortica

Fertilizzante e antiparassitario allo stesso tempo. Il macerato di ortica è un ‘must’ dell’orto e del giardino. Muniamoci di guanti perché la primavera è il momento giusto per raccoglierla.

Ecco come prepararlo. Tagliare a pezzi e mettere a bagno in acqua fredda la parte aerea della pianta: 1 kg di foglie per 10 l di acqua. Se volete utilizzare le foglie secche la quantità è di 200g sempre per 10 l di acqua. Potete usare qualsiasi contenitore, purché non sia di metallo. Il macerato risulterà pronto quando il liquido sarà diventato molto scuro e avrà cessato di fare la schiuma. In genere sono sufficienti sette giorni, ma il processo di decomposizione viene accelerato se le temperature sono alte o se il recipiente viene esposto al sole. Meglio se una volta al giorno ci ricorderemo di mescolarlo per farlo ossigenare. Per attenuare gli odori sgradevoli si può aggiungere una manciata di farina di roccia o di farina di alghe, oppure qualche foglia di angelica.

 

Una volta pronto il nostro prezioso liquido andrà diluito.  Su questo punto i pareri sono discordi e, ascoltate tutte le campane, io ho deciso di usarlo nel rapporto 1:20 (1 litro di macerato/ 20 l di acqua), ma c’è chi sostiene che uno a 10 è più efficace.

Adesso potete scegliere se filtrarlo e nebulizzarlo sulle piante per due/tre giorni consecutivi, ad intervalli di due settimane, per combattere afidi, acari (ragnetto rosso), ma anche insetti come le tignole e la mosca delle ciliege; oppure usarlo come fertilizzante per irrigare il piede delle piante, meglio effettuare questa operazione nelle ore più fresche della giornata. Per i vasi basterà un bicchiere distribuito sul terreno già umido una volta alla settimana.

Ottimo per sostenere pomodori e zucchine che necessitano sempre di una razione supplementare di ‘energia’. Utile anche per bagnare le radici delle piante prima della loro messa a dimora.

Non c’è che dire: un vero toccasana a ‘tutto tondo’.

FONTE: http://www.inorto.org/2011/03/lortica-toccasana-dellorto/

Nuovo orto collettivo

Stiamo partendo con un nostro orto collettivo legati al Movimento Decrescita Felice di Verona. (www.ortorto.it).

L’orto si trova su un terreno di circa 6.000 metri incolto e ben soleggiato a 650m slm.

Nei prossimi giorni decideremo cosa piantare, il disegno dell’orto e anche come procurare i materiali.

L’orto sarà biologico e sinergico.

Stufe in muratura.

Grande successo ha avuto il corso fatto presso la nostra abitazione per la costruzione di stufe ad accumulo in muratura fatte da Axel. www.stufe-darte.it.

http://bionieri.ning.com/profiles/blog/show?id=2358980%3ABlogPost%3A117022&commentId=2358980%3AComment%3A116958

 

Sono state costruite due stufe: una stufa di tipo tradizionale con forno a volta ed una stufa cucina.

I materiali usati sono mattoni in terra cruda, cemento fuso, cocciopesto ed altri materiali naturali …

allego alcune foto per dare un’idea…

Chenopodium bonus-henricus

PLANT PROFILE:

Rank: species
Status: accepted

Nomi comuni / Common names

Italia Italian name / Nome italiano: Farinello buon-enrico
Inghilterra
English name: Good King Henry
U.S.A U.S. name: Good King Henry
France French name: bon Henri
Spain Spanish name: pie de ganso
Germany German name: wilder Mehl-spinat


Forma biologica: H scap (Pianta erbacea perenne, eretta)
Periodo di fioritura: VIII-IX
Altitudine (min/max): 400/2100 m.
Tipo corologico: Circumbor.

Farmacia

  • Sostanze presenti: queste piante sono dotate di un olio essenziale chiamato ”essenza di chenopodio”, contengono inoltre betalaine e altre sostanze come ferro e vitamina B1. Contengono inoltre saponine e acido ossalico. Le quantità di queste sostanze nella pianta sono esigue, ma un consumo esagerato delle foglie in certi individui può creare dei problemi. Problemi che possono aumentare se le piante sono raccolte su terreni ricchi di azoto
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  • Proprietà curative: questa erba è emolliente, lassativa e vermifuga. Non deve essere assunta da persone affette da insufficienza renale o reumatismi, in quanto aggraverebbe tale condizione. Un cataplasma ottenuto con le foglie veniva usato per pulire e rimarginare ferite croniche, scottature e ascessi.
  • I semi sono un blando lassativo, adatto per i bambini.
  • Parti usate: soprattutto le foglie; eventualmente il rizoma

Cucina

È una pianta conosciuta sin dall’antichità (era largamente coltivata dagli inglesi fino al XVIII secolo) e apprezzata per il suo valore nutritivo, spesso raccolta e lessata e consumata in varie forme nell’Italia centrale. Anticamente considerato un alimento povero, è oggi una spezia molto ricercata e pertanto è spesso oggetto di raccolte indiscriminate. Si cucina come una comune verdura, lessa o soffritta in padella. Si preferiscono i germogli o le cime immature delle giovani piante

Chenopodium bonus-henricus L.
Chenopodium bonus-henricus L. (Good King Henry)
Picture by Giuliano Salvai

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