Riflessioni

Sono stufo di assistere alle continue palesi bugie di un regime , il nostro attuale, basato su interessi economici e di potere che passano sopra tutto e tutti.

I post inseriti qui partono dal porci una domanda: Cui Prodest. A chi giova. Molte volte assistiamo a fatti di cronaca ed eventi di politica estera e subiamo passivamente le informazioni passateci da media asserviti ai poteri.

La mia visione politica non è ne di destra ne di sinistra. Non si associa con nessuno ne segue una corrente di pensiero. Ma cosa sono poi la destra o la sinistra se non espressione di interessi particolari e personali mascherati da finte ideologie?

Partirei dalla mia visione dell’uomo.

La natura umana è l’insieme delle caratteristiche distintive, compresi i modi di pensare, di sentire e di agire, che gli esseri umani tendono naturalmente ad avere, indipendentemente dall’influenza della cultura.

Se ne parla da millenni. I filosofi greci hanno speso vite attorno a questi argomenti ma sono convinto che la natura umana sia sintetizzabile nella frase: homo homini lupus.

L’espressione latina homo homini lupus (letteralmente “l’uomo è un lupo per l’uomo”), il cui precedente più antico si legge nel commediografo latino Plauto (lupus est homo homini, Asinaria, a. II, sc. IV, v. 495), riassume efficacemente una antica concezione della condizione umana che si è tramandata e diffusa nei secoli, lasciando tracce di sé sia nel pensiero colto sia in alcuni detti popolari e motti di spirito.

Personalmente la penso come Thomas Hobbes.

Secondo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell’uomo sono soltanto l’istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazione. Egli nega che l’uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco o al reciproco interesse.

Nello stato di natura, cioè uno stato in cui non esista alcuna legge, ciascun individuo, mosso dal suo più intimo istinto, cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno vede nel prossimo un nemico. Da ciò deriva che un tale stato si trovi in una perenne conflittualità interna, in un continuo bellum omnium contra omnes (letteralmente “guerra di tutti contro tutti”), nel quale non esiste il torto o la ragione che solo la legge può distinguere, ma solo il diritto di ciascuno su ogni cosa, anche sulla vita altrui. Su posizioni simili si basa anche il pessimismo di Arthur Schopenhauer.

Ecco che allora la storia umana si può leggere come un unico infinito tentativo di sopraffazione.

Negli ultimi 3-4000 anni ci siamo evoluti. Ci siamo combattuti con armi sempre più raffinate fino ad arrivare ai giorni nostri. Alcuni gruppi palesemente fermatisi con il pensiero a 1.000 anni fa e la cultura anglosassone ancora pensa di risolvere tutto con le armi, con la sopraffazione fisica del nemico.

Altri invece sono passati alla sopraffazione ideologica / intellettuale / economica.

Le ideologie del mondo occidentale sono scomparse. L’unica visione possibile è quella dei media che usano qualsiasi canale di marketing dai social media alla tv per condizionare il pensiero, l’azione e soprattutto il consumo delle masse. Non ci sono più scelte alternative. Il percorso è già deciso. Saremo tutti schiavi consumatori. Lavora, consuma, crepa. (cccp Morire, http://www.yellowpecora.net/cccp/morire.html).

Quindi l’attuale guerra di sopraffazione è una guerra economica. A vantaggio di pochi a scapito di molti.

 

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