Nel 2012 a Venezia ci sarà la terza conferenza internazionale sulla decrescita…
Ma pensandoci ognuno di noi ha un concetto differente in testa:
decrescita per me fa molto autosufficenza, fa molto distacco, fa molto baratto, fa molto ritorno a comunità autonome, dove lo stato non c’è o non serve, fa molto anarchia…
Ecco io vedo la decrescita come una favolosa conquista della libertà. Libertà da un condizionamento sociale, da una gabbia spirale guadagno-consumo.
Ecco con la decrescita noi ci ritiriamo in comunità per sperimentare un mondo diverso, con principi diversi e tempi diversi…
Ma tutto questo fino a quando e quanto sarà permesso? Fino a quando lo stato accetterà questa forma di anarchia?
Secondo me meglio essere in pochi, non farsi notare, viaggiare sotto coperta …
E su questo mi chiedo. Che senso ha una conferenza? Dove si vuole andare a parare?
Essere in pochi tu dici? Saranno in moltissimi invece… In moltissimi ad essere “decresciuti” ma senza aver svolto un naturale e fisiologico processo di de-programmazione.
Tra non molto la decrescita sara’ un percorso obbligato, i segnali abbondano.
Coloro che avranno acquisito consapevolezza, si saranno liberati dai dogmi e dai dictat filo consumistici troveranno la loro dimensione in liberta’.
Quelli che dovranno decrescere per forza si sentiranno frustrati, costretti a rinunciare a tutto cio’ che per loro e’ fonte di soddisfazione e piacere.
Perche’ la decrescita deve partire da dentro, deve lavorare piano piano nell’ intimo, del sentire.
Cio’ che estreriormente decresce, interiormente cresce, in modo inversamente proporzionale…
Tu che sei bravo in quelle robe li, potresti rendere questo concetto con una formula?
p.s. il termine decrescita non mi piace, ha un connotato negativo.
Possiamo definire il concetto diversamente?